La prospettiva di una possibile recessione si trova sui mercati globali e continua a esercitare pressioni sulla valutazione dei principali strumenti. Non è diverso nel mercato delle materie prime, in particolare del petrolio, che sta chiaramente reagendo a qualsiasi voce di un possibile calo della domanda di greggio. L'inizio delle contrattazioni di oggi ha comportato un calo dei prezzi del petrolio e un calo dai massimi di due giorni. I rischi sembrano essere percepiti anche da Citi, che ha avvertito che se la recessione si concretizza, i prezzi del petrolio potrebbero scendere fino a 65 dollari al barile entro la fine dell'anno. Come hanno aggiunto gli analisti di questa banca, i prezzi sono storicamente scesi a livelli vicini al costo marginale.
D'altra parte, però, le valutazioni petrolifere sono rafforzate dalle sanzioni alla Russia, dai timori per la possibilità di un aumento della produzione da parte dei paesi mediorientali e dai problemi in Norvegia, dove oggi inizia uno sciopero dei lavoratori, che ridurrà il gas e produzione di petrolio di quasi il 6,5%, ha riferito Reuters. Si prevede che lo sciopero ridurrà la produzione di petrolio e gas di 89.000 barili di petrolio equivalente al giorno, di cui la produzione di gas rappresenta 27.500 bpg, ha riferito il produttore norvegese Equinor (EQNR.NO). I problemi in Norvegia hanno innescato rialzi dinamici dei prezzi del gas naturale britannico (ora in rialzo del +10,5%) e cali degli scambi in Europa. Ieri, la banca JP Morgan ha avvertito che se la Russia decidesse di ridurre la produzione di petrolio a causa delle sanzioni occidentali, i prezzi dell'"oro nero" potrebbero salire fino a 380 dollari al barile.
Inizia ad investire oggi o prova un conto demo senza rischi
Registrati per un conto reale PROVA UNA DEMO Scarica la app mobile Scarica la app mobileAnche le imminenti elezioni del Congresso degli Stati Uniti e le elezioni presidenziali del 2024 sono un fattore importante per il futuro del mercato petrolifero ed energetico. L'establishment sta cercando di bilanciare tra sanzionare la Russia e prendersi cura delle tasche dei propri cittadini, che sono tese dal prezzo eccessivo del carburante. A luglio, Joe Biden si recherà in Medio Oriente, tra le altre cose, per discutere della produzione di materie prime.
Grafico che confronta il prezzo medio di produzione di un barile di WTI statunitense e la sua attuale valutazione di mercato. Fonte: Bloomberg
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