ATTENZIONE A BCE, INFLAZIONE USA E USDJPY

07:52 8 aprile 2024

MERCATI AZIONARI: PRIMI SEGNI DI CEDIMENTO

I dati sul mercato del lavoro dimostrano ancora un certa forza dell’economia americana, una forza messa in dubbio da parecchie polemiche circa il numero di revisioni dei dati degli ultimi mesi. Il dato sul tasso di disoccupazione, uscito al 3,8% contro il 3,9% delle stime, ha semplicemente confermato le parole di Powell degli ultimi mesi ma di fatto non ha il alcun modo modificato la dinamica di lungo periodo del tasso di disoccupazione prevista al rialzo nel corso dei prossimi mesi per via di una dinamica tecnica storica che perdura dal 1969 e che vede una correlazione negativa con l’andamento del Nasdaq dal 2000 ad oggi. Dal punto di vista tecnico nulla si modifica e i problemi sono solamente rimandati a data da destinarsi. Non Farm Payrolls eccezionalmente positivi con dati rivisti nettamente in positivo visto che l’uscita del dato era prevista in calo. Anche qui, si conferma la tenuta eccezionale dell’economia Usa. Di questa situazione ne parleremo nella live delle 8:30 direttamente sul canale Youtube di Xtb Italia.

 

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SETTIMANA DI INFLAZIONE USA E BCE

I market mover di questa settimana li troviamo principalmente tra mercoledí e giovedí dove vedremo l’uscita dell’inflazione Usa, le minute del Fomc e giovedí la BCE con la decisione in merito ai tassi di interesse. In questo contesto l’inflazione Usa é addirittura prevista al rialzo dal 3,2% al 3,4%, un dato che sarebbe in linea con quanto visto dai sorprendenti numeri sul mercato del lavoro Usa. In un’economia stabile e forte, difficile vedere un abbassamento del tasso di inflazione. Successivamente avremo la BCE che vedrá dei tassi stabili ai livelli attuali. La situazione europea é completamente differente in quanto la situazione economica si presenta molto piú debole rispetto agli Usa, con tanto di inflazione flash rivista al ribasso dal 2,6% al 2,4%. In Europa sarebbe ragionevole un taglio dei tassi ma, a quanto pare, la Lagarde tutto vuole fare meno che abbassare i tassi se non al raggiungimento del 2% di inflazione, livello che una volta raggiunto potrebbe segnare l’effettivo rallentamento dell’economia europea. Storicamente le banche centrali agiscono con molto ritardo in quanto le decisioni intraprese sono “data driven” ossia guidate dai dati e evitano approcci in cui ci si muove in anticipo.

SEGNI DI INDEBOLIMENTO DELL’AZIONARIO

Reduci da salite importanti in termini di dinamica rialzista, confermate dalle zone di ipercomprato segnalate nei precedenti report, i mercati hanno iniziato a mostrare i primi segni di cedimento. Le dinamiche settimanali su tutti gli indici, sia europei che americani, mostrano chiusure negative. Un movimento corale che dovrebbe di fatto allarmare gli investitori di lungo periodo, soprattutto coloro che continuano a comprare rischio anche su questi livelli e che non vedono alcun pericolo all’orizzonte. Da sottolineare sicuramente l’andamento del Ftse Mib che va a chiudere la settimana in negativo rimangiando di fatto ben due settimane di rialzo, mentre il Dax chiude con decisione al di sotto dei minimi della scorsa settimana. Sugli americani le chiusure negative sono state meno incisive ma non per questo meno preoccupanti.

ATTENZIONE A NVIDIA, USDJPY E VIX
 

Il titolo Nvidia, protagonista indiscusso del mercato azionario globale e al terzo posto sul podio delle market cap mondiali, ha visto una chiusura negativa anche questa settimana andando a confermare una zona di massimi che potremmo definire pericolosa per la tenuta della dinamica rialzista. Sul titolo si potrebbe vedere un indebolimento importante che dovrebbe essere confermato solamente nelle prossime settimane. Il titolo si dimostra rischioso, non tanto per il suo futuro valore presunto, dovuto al forte impatto sulla tecnologia IA, bensí sulla dinamica tecnica che ha portato il titolo ad accrescere la sua market cap in modo a dir poco impetuoso in poco mesi. 

Grafico Settimanale di NVIDIA - Fonte:XStation

Sul Forex il protagonista indiscusso rimane sempre UsdJpy che, a differenza di EurUsd e GbpUsd che rimangono sempre all’interno di zone di compressione, cerca di rompere una barriera a dir poco fondamentale che é quella dei 152. Negli ultimi giorni di negoziazione il mercato sta tentando di portare sempre il cambio verso la rottura di questo livello con frequenti test dell’area 151,90, tutti test che per il momento hanno visto solamente delle repulsioni anche forti, movimenti ribassisti prontamente riassorbiti dal mercato e che fanno presagire proprio alla volontá di vedere la rottura di quest’area. L’attenzione su questo cambio é massima. 

Grafico di UsdJpy su base 4 ore - Fonte: XStation

 

Attenzione al VIX, l’indice di volatilità di S&P500 che sembra voler riprendere la sua corsa rialzista dopo i minimi visti proprio nel mese di marzo. Ricordiamo che il Vix ha infranto un record importante, ben 49 mesi dove non riesce a testare il livello 48, livello che ha segnato forti ribassi negli anni precedenti e che ha visto solamente un altro periodo cosí lungo, ossia 48 mesi dove il Vix non é mai riuscito a tornare su questo livello. In tal senso parliamo degli anni tra il 2011 e il 2015, periodo in cui il mercato uscí dalla crisi greca e dove inizió una politica a tassi bassi a livello globale, una situazione diametralmente opposta a quella attuale. Attenzione quindi a possibili aumenti di volatilitá nei prossimi mesi.

 

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