BCE, AVVIATO UN CICLO DI TAGLI AGGRESSIVI?
Oggi le stime prevedono un taglio dei tassi di interesse di uno 0,25%. Nota importante, a differenza della scorsa volta dove abbiamo assistito ad un taglio del tasso di rifinanziamento principale dello 0,6%, con un conseguente aggiustamento degli altri due tassi di riferimento per via del nuovo framework di politica monetaria stabilito il 13 marzo, questa volta i tassi verranno tagliati all'unisono. Le stime prevedono un taglio dello 0,25% sui tre tassi di riferimento (Tasso di rifinanziamento principale, Tasso sui Depositi, Tasso Marginale). Al momento l'inflazione si trova a 1,8%, al di sotto del tasso target stabilito dalla Bce, un dato che é sicuramente meritevole di attenzione in quanto ulteriori movimenti al ribasso dell'inflazione porterebbero la Bce a dover agire di nuovo sui tassi in modo aggressivo, cosí come abbiamo visto nell'ultima riunione di politica monetaria dove il tasso di rifinanziamento principale é stato tagliato di uno 0,6%, un tagli di fatto molto aggressivo. Altro nodo cruciale é il tasso di disoccupazione in Europa che al momento risulta essere sui minimi assoluti, una condizione macroeconomica particolare considerando il fatto che i tassi alti mantenuti per troppo tempo e un'inflazione rimasta alta sopra il target per mesi, avrebbe creato le condizioni ideali per vedere un tasso di disoccupazione in aumento, evento che al momento non risulta palesarsi. In sostanza, oggi potremmo vedere tranquillamente un taglio dello 0,25%, ma in futuro ulteriori ribassi dell'inflazione potrebbero portare la Bce a tagliare in modo aggressivo per evitare una forte discesa dell'inflazione, sentiero che a livello globale sembra segnato anche dall'andamento dei dati provenienti da Uk e Usa.
ATTENZIONE ALLE RICHIESTE DI SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
Un dato passato un po' in sordina quello delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione della scorsa settimana, un dato messo in ombra da quello relativo all'inflazione Usa. La scorsa settimana abbiamo visto un aumento delle richieste iniziali di 33.000 unitá, questo aumento é il piú forte che troviamo a partire dal periodo post-pandemico, quindi sono passati circa 4 anni da un dato cosí brutto. Le stime per oggi relative alle richieste continue di sussidi di disoccupazione vedono un dato verso 1870k unitá, dato che abbiamo visto giá a luglio (1871k) e che corrispondeva di fatto ad un tasso di disoccupazione al 4,3% e non al 4,1% come vediamo ora. Inoltre le polemiche circa gli ultimi dati del mercato del lavoro, come ad esempio il numero di assunti nel settore pubblico americano nell'ultimo mese, il piú alto della storia americana mentre i posti di lavoro calano nel settore privato, oppure quei Nonfarm Payrolls che sono stati rivisti in negativo 15 volte su 19 a partire da gennaio 2023 e che ultimamente hanno visto un vero e proprio boom, aggiungiamo anche il report Challenger che sottolinea come i piani di assunzione nel settore privato siano il dato peggiore dal 2011, in sostanza questi dati settimanali delle richieste di sussidi oggi piú che mai hanno un peso enorme e grande rilevanza per una lettura piú chiara possibile del mercato del lavoro Usa. Ricordiamo inoltre, soprattutto per chi pensa che il mercato del lavoro sia sano e che non ci siano criticitá, che il dato del tasso di disoccupazione é passato dal 3,4% di aprile 2023 ad un massimo del 4,3% a luglio 2024, il tasso di disoccupazione é aumentato, é un dato di fatto ed é imprudente pensare che tutto sia nella norma.
LA SITUAZIONE TECNICA PRIMA DEI DATI
Al momento la situazione tecnica é veramente complessa sul mercato azionario e anche per quanto riguarda la lettura intermarket. Vediamo alcuni mercati come il Nikkei, capofila di un possibile ribasso di lungo periodo come abbiamo visto ad agosto, che oggi cede il -1% prima dell'apertura del cash europeo. Nel frattempo ieri abbiamo visto un buon recupero da parte degli Usa e anche dei mercati europei come il nostro Ftse Mib. Brilla meno il Dax che di fatto ha visto una giornata caratterizzata dall'assenza di trend con una chiusura di giornata a ridosso dell'apertura. Attenzione massima va al dollaro che al momento sta spingendo UsdJpy verso i 150, EurUsd e GbpUsd verso nuovi minimi. Su EurUsd la situazione é particolarmente delicata in quanto vediamo un trend ribassista da inizio mese che di fatto collide con la dinamica vista per tutto il 2023 e per la prima parte del 2024 dove abbiamo visto vari tentativi di ribasso forte sul cambio, tutti andati male e che di fatto avrebbero segnato un'inversione di tendenza rialzista di lungo periodo. Il movimento attuale potrebbe risultare quindi un ritracciamento. Lato titoli di Stato, ottimo movimento da parte di tutti i governativi che vedono ribassi dei rendimenti con il gilt britannico che ritorna verso il 4% dopo aver visto i 4,25% solamente qualche giorno fa. Ritorna al 3,4% il nostro Btp e scendono anche i rendimenti dei Bund che si riportano a ridosso del 2,2%. Scendono i rendimenti del T-note Usa che si riporta anch'esso a ridosso del 4% mantenendo una distanza di circa 8 punti base dal benchmark a 2 anni che si porta a 3,92% di rendimento.
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