La sessione di giovedì sui mercati europei mostra un sentiment misto tra gli investitori. Il presidente statunitense Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre dazi diretti su vari Paesi, con un’aliquota compresa tra il 15% e il 50%, sottolineando al contempo che gli Stati Uniti sono in trattative avanzate con l’Unione Europea e potrebbero applicare dazi più bassi se l’UE aprirà maggiormente ai colossi americani. I primi commenti da parte di funzionari europei indicano che un accordo tra le parti potrebbe arrivare entro pochi giorni.
Nel frattempo, i future USA sono in calo. Tra i movimenti più rilevanti nel pre-market si segnalano un aumento del 3% per Alphabet (GOOGL) e un calo del 6% per Tesla (TSLA).
In Europa, l’attenzione degli investitori si concentra su Deutsche Bank, Nestlé, TotalEnergies e BASF.
Fonte: xStation
Volatilità attualmente osservata nel mercato europeo più ampio. Fonte: xStation
L’indice tedesco DE40 è in calo dello 0,23% oggi, sebbene rimanga al di sopra delle zone di supporto definite dalla media mobile esponenziale a 50 giorni (linea blu nel grafico) e dalla media derivata dalle Bande di Bollinger su una serie storica di 12 giorni, con due deviazioni standard come linee di supporto superiore e inferiore. Finché il DE40 rimane sopra queste aree, il trend rialzista generale resta intatto.
Fonte: xStation
Notizie di Mercato
Morgan Stanley ha alzato il rating su BASF (BAS.DE) a "overweight", citando diversi fattori favorevoli in arrivo, tra cui la possibile vendita della divisione Coatings, che potrebbe contribuire a ridurre il debito e stabilizzare la situazione finanziaria del gruppo. Si prevede un miglioramento del free cash flow grazie alla riduzione degli investimenti, attenuando le preoccupazioni legate al dividendo. Altri elementi positivi includono potenziali stimoli economici in Germania e minori pressioni dalla Cina. Il prezzo obiettivo è stato alzato a 54 euro, con un potenziale rialzo del 20%, in un contesto di crescente ottimismo di mercato dopo l’ultimo aggiornamento delle previsioni, ritenute realistiche dagli analisti. Le azioni BASF segnano oggi un rialzo di oltre il 2%.
Deutsche Bank (DBK.DE) guadagna il 5% dopo aver pubblicato risultati del secondo trimestre nettamente superiori alle attese, con un utile netto salito a 1,49 miliardi di euro, rispetto a una perdita di 143 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso — ben oltre le previsioni degli analisti. Il risultato è stato favorito da solidi fondamentali operativi, disciplina sui costi e assenza di accantonamenti legali straordinari, presenti l’anno precedente. La banca ha rassicurato che i prossimi cambiamenti normativi non comprometteranno la capacità di distribuire capitale in eccesso agli azionisti, aumentando l’ottimismo tra gli investitori dopo che il titolo aveva già guadagnato il 65% nel 2025. Gli analisti hanno accolto positivamente i risultati, considerandoli un passo avanti verso gli obiettivi 2025 di Deutsche Bank, sebbene alcuni abbiano sottolineato la qualità mista della crescita dei ricavi e abbiano segnalato solo lievi revisioni al rialzo per le unità operative principali. Il solido CET1 ratio lascia spazio a possibili buyback nella seconda parte dell’anno.
Le azioni della società stanno attualmente scambiando sui livelli più alti dal 2015.
Fonte: xStation
Nestlé (NESN.CH) ha riportato volumi di vendita inferiori alle attese nel secondo trimestre del 2025, in particolare in Cina e nel segmento Health Science, causando un calo del titolo fino al -5,1%. Nonostante una crescita organica dei ricavi del 2,9% nel primo semestre dell’anno — in linea con le stime — il pricing ha compensato solo in parte le difficoltà sui volumi. Le vendite totali sono diminuite dell’1,8%, a 44,23 miliardi di franchi svizzeri, mentre l’utile netto è sceso del 10,3%, a 5,1 miliardi di franchi, a causa delle pressioni sui costi e delle fluttuazioni valutarie. Il management prevede margini più bassi nella seconda metà dell’anno, citando persistenti ostacoli legati a dazi e cambi, ma conferma il percorso verso gli obiettivi di risparmio sui costi e le revisioni strategiche dei marchi meno performanti, puntando a un miglioramento della crescita nel lungo periodo.
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