Cos’è un Lazy Portfolio?
Il lazy portfolio è una strategia di investimento passiva che permette di costruire un portafoglio bilanciato, diversificato e a basso costo, con il minimo impegno nella gestione quotidiana. In italiano potremmo definirlo come un portafoglio “pigro” o “semplificato”, ideale per chi vuole investire in modo efficace senza dover monitorare continuamente il mercato o effettuare frequenti operazioni.
Questa metodologia si basa su un mix di asset class selezionate per mantenere un equilibrio tra rischio e rendimento nel lungo termine. L’obiettivo principale è ridurre lo stress, le commissioni di intermediazione e le complicazioni legate a scelte di investimento troppo complesse.
La Storia del Lazy Portfolio
La nascita del concetto di lazy portfolio risale agli anni ‘70 e ‘80, un periodo in cui si iniziava a mettere in discussione l’efficacia degli investimenti attivi e si affermava la filosofia dell’investimento passivo. In quegli anni, figure chiave come John Bogle, fondatore di Vanguard e padre del fondo indicizzato, hanno promosso con forza l’utilizzo di fondi a basso costo come valida alternativa ai tradizionali fondi gestiti attivamente. Questi ultimi erano spesso caratterizzati da commissioni elevate e da performance non sempre coerenti con le aspettative degli investitori. L’idea rivoluzionaria di Bogle era semplice: replicare un indice di mercato, come l’S&P 500, tramite fondi indicizzati per offrire agli investitori un’esposizione ampia e diversificata a costi contenuti, riducendo così il rischio legato alla selezione di singoli titoli.
Negli anni 2000, con la diffusione degli ETF (Exchange Traded Funds), la strategia del lazy portfolio è diventata ancora più accessibile e popolare, anche nel mercato italiano. Gli ETF, infatti, permettono di replicare facilmente indici azionari, obbligazionari o misti con bassi costi di gestione e un’elevata liquidità, rendendo possibile costruire portafogli diversificati in modo semplice e trasparente.
Questa evoluzione ha segnato una svolta nel modo di investire per milioni di persone, aprendo la strada a una filosofia di investimento basata su gestione passiva, riduzione delle commissioni e attenzione al lungo termine. Oggi, il lazy portfolio è una strategia adottata da molti investitori retail e professionali in Italia e nel mondo, grazie alla sua efficacia comprovata nel bilanciare rischio e rendimento con un approccio semplice e sostenibile.
Le tipologie principali di lazy portfolio
Quando si parla di lazy portfolio, non esiste un’unica formula valida per tutti. In realtà, esistono diverse varianti, ciascuna pensata per rispondere a esigenze e obiettivi differenti. Queste strategie condividono però alcuni principi fondamentali: diversificazione, basso costo e gestione passiva. Questi sono alcuni esempi di modelli di lazy portfolio:
1. Three-fund portfolio: il portafoglio tre fondi
Questo è probabilmente il modello più semplice per chi vuole iniziare a investire con un approccio passivo. Si basa sull’idea di costruire un portafoglio composto da tre fondi o ETF che rappresentano i mercati azionari e obbligazionari globali più importanti.
La composizione tipica prevede: azioni USA, azioni internazionali e obbligazioni governative. Questa struttura consente di ottenere una diversificazione geografica e settoriale molto ampia, riducendo al minimo il rischio legato a specifici Paesi o settori economici.
Un esempio pratico di allocazione è: 40% in ETF sull’S&P 500, 40% in ETF sul MSCI World ex USA, e 20% in obbligazioni governative.
2. Il portafoglio permanente (Permanent Portfolio)
Proposto da Harry Browne, il portafoglio permanente è una strategia pensata per garantire protezione e stabilità in ogni condizione economica.
Si basa sull’idea che nessun investimento può performare bene in ogni situazione, per questo si diversifica in asset class con comportamenti differenti: azioni, obbligazioni a lungo termine, oro fisico o ETF sull’oro e liquidità o titoli di Stato a breve termine. La composizione tipica è 25% per ciascuna di queste categorie.
Questa diversificazione consente di proteggere il capitale da eventi avversi come inflazione, recessioni o crisi finanziarie, rendendolo adatto a chi cerca sicurezza e stabilità nel lungo termine.
3. Portafoglio di crescita moderata
Questo tipo di lazy portfolio si rivolge a chi vuole bilanciare la crescita del capitale con una certa protezione contro la volatilità dei mercati.
È caratterizzato da una maggiore esposizione azionaria rispetto al portafoglio permanente, con una quota significativa di obbligazioni e, in alcuni casi, un piccolo peso dedicato a immobili o materie prime.
Una possibile allocazione è: 60% azioni, 30% obbligazioni e 10% in immobili o commodities.
È una soluzione adatta a chi ha un orizzonte temporale medio-lungo e una propensione al rischio moderata.
4. Lazy portfolio con focus dividendi
Infine, esiste una versione del lazy portfolio pensata per chi desidera ottenere flussi di reddito regolari dagli investimenti.
Questa strategia privilegia ETF o fondi azionari che investono in società solide e stabili, con una politica di distribuzione di dividendi elevata e sostenibile nel tempo.
Questo tipo di portafoglio è indicato per chi vuole integrare il proprio reddito, ad esempio in fase pensionistica, o semplicemente per chi preferisce un ritorno periodico oltre alla crescita del capitale.
Inoltre, un’opzione utilizzata da molti investitori per costruire un lazy portfolio è il Piano di Accumulo (PAC), uno strumento che consente di effettuare investimenti in modo progressivo e regolare nel tempo, indipendentemente dall’andamento dei mercati. XTB offre la possibilità di attivare PAC anche su singoli ETF, oltre a permettere l’acquisto diretto di ETF in autonomia. Questa configurazione può risultare utile per chi desidera pianificare l’allocazione del proprio portafoglio in modo graduale, mantenendo il controllo sulla selezione degli strumenti e sull’importo investito.
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Vantaggio del Lazy Portfolio
1. Basso costo e semplicità
Uno dei principali vantaggi del lazy portfolio è sicuramente la significativa riduzione delle commissioni di gestione e di intermediazione. Grazie all’utilizzo di pochi ETF o fondi indicizzati, è possibile ottenere un’ampia diversificazione senza dover effettuare operazioni frequenti o complesse. Questo approccio semplifica notevolmente la gestione dell’investimento, abbattendo i costi complessivi e permettendo di mantenere il capitale più efficacemente nel tempo.
2. Diversificazione globale
Investire con un lazy portfolio significa avere accesso a mercati azionari e obbligazionari di tutto il mondo. Questa diversificazione globale è fondamentale per ridurre il rischio legato a singoli Paesi o settori specifici, soprattutto in un contesto caratterizzato da elevata volatilità economica e tensioni geopolitiche. Una corretta allocazione geografica aiuta a proteggere il portafoglio da eventi imprevisti e a stabilizzare i rendimenti nel lungo periodo.
3. Gestione passiva e disciplina
Il lazy portfolio è particolarmente indicato per chi non vuole o non può dedicare molto tempo al monitoraggio costante dei mercati finanziari. Grazie alla sua natura di gestione passiva, questa strategia aiuta a mantenere la disciplina evitando scelte emotive, come il tentativo di “prendere i massimi e i minimi” del mercato, che spesso portano a perdite o performance inferiori alla media. Investire con calma e costanza è uno dei segreti per costruire ricchezza nel tempo.
4. Adatto a diversi orizzonti temporali
Questa strategia è estremamente versatile e si adatta bene sia a chi ha un orizzonte di investimento di lungo termine sia a chi cerca un investimento a medio termine che richiede poca manutenzione. La flessibilità del lazy portfolio lo rende un’opzione ideale per molte tipologie di investitori, indipendentemente dall’esperienza o dalla disponibilità di tempo.
5. Personalizzabile
Un altro punto di forza del lazy portfolio è la sua capacità di essere personalizzato. Ogni investitore può adattare la composizione del proprio portafoglio in base al profilo di rischio, all’età, agli obiettivi finanziari e alle preferenze personali. Questo permette di creare un piano d’investimento su misura, equilibrato e coerente con le proprie esigenze, mantenendo sempre la semplicità e l’efficacia della strategia.
Gli svantaggi del lazy portfolio
Come ogni strategia di investimento, anche il lazy portfolio presenta alcuni limiti importanti da considerare prima di adottarlo. In primo luogo, la sua natura di gestione passiva implica che il portafoglio non venga modificato rapidamente in risposta a cambiamenti improvvisi del mercato o a eventi economici imprevisti. Questo può tradursi in performance inferiori, soprattutto in fasi di mercato molto dinamiche o durante periodi di forte volatilità, quando un approccio più attivo potrebbe cogliere opportunità o limitare perdite.
Inoltre,l’orizzonte a lungo termine del lazy portfolio possono risultare poco adatti a chi preferisce un approccio più flessibile e personalizzato, volto a massimizzare i rendimenti attraverso scelte tattiche e ribilanciamenti frequenti. Chi ha una maggiore esperienza e conoscenza dei mercati finanziari potrebbe infatti sentirsi limitato dalla rigidità di questa strategia, che evita interventi frequenti e si basa su allocazioni fisse.
La presenza di una quota significativa in asset più conservativi, come le obbligazioni o la liquidità, è un elemento di protezione, ma può anche limitare il potenziale di crescita del portafoglio in periodi di forte espansione dei mercati azionari. Questo aspetto rende il lazy portfolio meno indicato per chi ha una elevata propensione al rischio e cerca rendimenti più elevati, anche a costo di una maggiore volatilità.
Conclusioni
Il lazy portfolio rappresenta una soluzione ottimale per molti investitori italiani che desiderano un metodo di investimento solido, economico e facile da gestire. Grazie all’utilizzo di ETF e fondi indicizzati, è possibile ottenere un’ampia diversificazione con costi contenuti e un impegno minimo nella manutenzione.
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