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11:08 · 29 dicembre 2025

Crollo dell'argento, rimbalzo del Bitcoin 📈Le criptovalute stanno ripetendo il ciclo del 2020?

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Le criptovalute stanno tentando oggi un nuovo rimbalzo dopo la recente fase di vendite. Bitcoin sta lentamente tornando verso l’area dei 90.000 dollari, mentre Ethereum è riuscito a superare il livello psicologico chiave dei 3.000 dollari. Nei giorni scorsi è stato l’argento a catalizzare l’attenzione dell’intero mercato speculativo, “sottraendo” in un certo senso questo ruolo a Bitcoin. Oggi, tuttavia, il prezzo del metallo è crollato bruscamente dal massimo storico di 82 dollari a poco sotto i 75 dollari, in un contesto di diffuse prese di profitto, in parte accelerate dall’aumento dei requisiti di margine da parte del CME.

Allo stesso tempo, il caso dell’argento — con una capitalizzazione di mercato di circa 4.500 miliardi di dollari rispetto agli oltre 1.800 miliardi di Bitcoin — mostra anche come, teoricamente, un movimento verso i 200.000 dollari potrebbe essere realistico nel 2026 qualora il trend cambiasse, nonostante le dimensioni del mercato. L’argento è salito di oltre il 100% solo dall’inizio di giugno 2025, un dato che può alimentare l’immaginazione rialzista, soprattutto se Bitcoin dovesse entrare nel nuovo anno con un sentiment decisamente migliore. Per ora, la principale criptovaluta scambia ancora circa il 30% sotto i massimi storici, mentre Ethereum, nonostante solidi fondamentali di rete, resta circa il 45% al di sotto dei record.

Bitcoin diventerà il “secondo argento” nel 2026?
Bitcoin potrebbe, come nel 2020, tornare sotto i riflettori nel 2026 e iniziare ad avvicinarsi a performance simili a quelle registrate dall’argento nel 2025? Dal punto di vista macro, lo schema osservato finora è stato tipicamente quello in cui i metalli preziosi (beni rifugio) si muovono per primi, e solo successivamente segue Bitcoin. Il capitale tende a posizionarsi inizialmente in modo difensivo e solo in un secondo momento ruota verso gli asset più rischiosi.

Dopo il crollo di marzo 2020 (COVID), il fattore chiave fu l’impulso di liquidità: la Fed “inondò” i mercati di liquidità, ma questa non affluì immediatamente verso le criptovalute, cercando prima rifugio. Oro e argento furono i primi a muoversi: l’oro salì da circa 1.450 a 2.075 dollari entro agosto 2020, mentre l’argento passò da circa 12 a 29 dollari nello stesso periodo.

Nel frattempo, BTC trascorse circa cinque mesi in consolidamento tra 9.000 e 12.000 dollari, in modo simile all’attuale fase laterale.

Il punto di svolta arrivò quando i metalli segnavano nuovi record: una volta che oro e argento raggiunsero massimi locali (agosto 2020), il capitale iniziò a ruotare verso gli asset rischiosi, innescando la fase successiva del ciclo.

L’effetto rotazione nel 2020/2021: BTC balzò da circa 12.000 a 64.800 dollari entro maggio 2021 (circa +550%), mentre la capitalizzazione totale del mercato crypto crebbe di circa otto volte.

Oggi l’oro si trova su massimi storici intorno a 4.550 dollari e l’argento in area 80 dollari. Se questo schema dovesse ripetersi, l’interesse per i metalli potrebbe attenuarsi nel 2026, potenzialmente a favore di BTC.

Un ulteriore elemento della narrazione è un altro grande evento di liquidazione avvenuto il 10 ottobre (in parte paragonabile a marzo 2020). In genere, dopo uno “shock” di questo tipo, BTC impiega spesso mesi a ricostruire una struttura prima di entrare in un trend più definito. Cosa potrebbe dunque differenziare il 2026 dal 2020? Nel ciclo precedente dominava esclusivamente la liquidità; questa volta potrebbe affiancarsi un pacchetto strutturale più favorevole, che includa:

  • possibili nuove iniezioni di liquidità e attesi tagli dei tassi,

  • eventuali alleggerimenti regolamentari o esenzioni per le banche,

  • una regolamentazione più favorevole alle criptovalute negli Stati Uniti,

  • scenari di distribuzione di assegni ai cittadini nell’ambito della politica fiscale USA,

  • ulteriore espansione degli ETF spot su criptovalute,

  • accesso più semplice per i maggiori gestori patrimoniali, tra cui Fidelity e BlackRock,

  • una leadership potenzialmente più crypto-friendly alla Fed.

Il fatto che oro e argento si siano mossi per primi non rappresenta un segnale ribassista per il mercato crypto. Bitcoin e l’intero comparto tendono infatti a muoversi solo dopo che i metalli rallentano o entrano in pausa. L’attuale andamento dei prezzi di Bitcoin — e la sua debole performance relativa rispetto ad argento e oro — non implica necessariamente l’inizio di un mercato ribassista.

Detto ciò, va considerato che il concetto dei cicli quadriennali di Bitcoin suggerisce uno scenario diverso e potrebbe richiamare più il 2022 che il 2020. Tuttavia, tali cicli potrebbero non funzionare con la stessa intensità del passato, dato che oltre il 90% di tutti i BTC è già in circolazione, gli ETF spot sono operativi negli Stati Uniti e nel 2026 la Fed sarà probabilmente ancora impegnata in tagli dei tassi (anziché in rialzi, come nel 2022). Anche il contesto normativo negli USA è oggi più favorevole alle criptovalute e un’ampia deregolamentazione potrebbe sostenere i fondamentali.

Grafici Bitcoin ed Ethereum (D1)
Osservando i grafici di entrambe le criptovalute, l’RSI si è portato in area 50 o al di sopra, mentre un incrocio delle medie mobili del MACD aumenta la probabilità di ulteriori rialzi. Per Bitcoin, la principale area di resistenza si colloca intorno ai 94.000 dollari, livello dal quale il prezzo è già stato respinto più volte. Per Ethereum, il livello chiave è 3.500 dollari. I principali supporti si trovano in area 86.000 dollari per BTC e intorno a 2.800 dollari per ETH.

PlanB ha inoltre sottolineato che la correlazione di Bitcoin con azioni e metalli preziosi è in diminuzione, un fenomeno che storicamente ha preceduto fasi di rialzo dei prezzi e potrebbe suggerire un graduale processo di formazione di un minimo. Naturalmente, è sempre bene ricordare che la storia non è obbligata a ripetersi.

Fonte: xStation5

Fonte: xStation5

BCMI, domanda on-chain e flussi degli ETF
L’indicatore BCMI per il mercato crypto nel suo complesso è sceso bruscamente, segnalando un aumento del rischio di ingresso in una fase di mercato ribassista.

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Fonte: CryptoQuant

Le metriche on-chain continuano a indicare un contesto di domanda profondamente negativo per Bitcoin.

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Fonte: CryptoQuant

I flussi negli ETF sono in calo
Il saldo delle ultime 10 sessioni risulta profondamente negativo per entrambe le principali criptovalute, mentre i deflussi netti dai Bitcoin ETF nell’ultima sessione sono stati i più consistenti da tempo, attestandosi a -275 milioni di dollari.

Fonte; Bloomberg Finance L.P.

Fonte: Team di ricerca di XTB, Bloomberg Finance L.P.

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