- A causa della festività del Juneteenth, oggi il mercato azionario statunitense è rimasto chiuso. Nel frattempo, i mercati globali continuano a essere appesantiti dal conflitto in Medio Oriente. Tuttavia, nonostante la tensione crescente, gli investitori non stanno ancora prezzando uno scenario di guerra su vasta scala. Le preoccupazioni si riflettono in lievi riduzioni dei prezzi, ma non si osservano i forti cali tipici degli indici durante fasi di tensioni geopolitiche acute.
- Donald Trump, da parte sua, non ha ancora delineato in modo chiaro quale sarà l’approccio politico degli Stati Uniti rispetto alla crisi mediorientale. Intanto, lo scontro tra Israele e Iran si è intensificato. I razzi iraniani hanno colpito un ospedale israeliano e, in risposta, Israele ha continuato a bombardare obiettivi nucleari sul territorio iraniano.
- In Europa, le principali borse stanno registrando perdite. L’indice italiano IT40 guida i ribassi, con un calo superiore all’1%. Anche i mercati francese e tedesco sono in discesa, con perdite attorno allo 0,8%, mentre l’indice svizzero SMI cede circa lo 0,7% e il FTSE 100 britannico è in calo dello 0,4%.
- In linea con le aspettative, la Banca Nazionale Svizzera ha deciso di tagliare i tassi d’interesse di 25 punti base, portando il tasso di riferimento allo 0%. La decisione è stata motivata dai dati che segnalano crescenti pressioni deflazionistiche: nel mese di maggio, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,1%. Le previsioni indicano comunque un lieve rialzo dei prezzi nel 2025, ma secondo le dichiarazioni del presidente della banca centrale svizzera, non si esclude la possibilità di tornare a tassi negativi se necessario.
- Inaspettatamente, anche la Norges Bank ha deciso di tagliare i tassi di interesse, portandoli al 4,25% con una riduzione di 25 punti base. La decisione è stata presa all’unanimità, sulla base di dati che mostrano un rallentamento dell’inflazione più marcato del previsto e crescenti timori per un indebolimento dell’economia norvegese.
- La Banca d’Inghilterra, invece, ha mantenuto i tassi invariati, come previsto dai mercati. Tuttavia, il tono della decisione si è rivelato più accomodante del previsto, poiché il voto del comitato è stato di sei a favore del mantenimento e tre a favore di un taglio, mentre ci si attendeva un risultato più orientato al mantenimento, con un voto di sette a due.
- Dopo questa serie di decisioni da parte delle banche centrali, nel mercato valutario si osserva un lieve rafforzamento del dollaro statunitense, che guadagna lo 0,1%, mentre l’euro registra un leggero calo dello 0,1%. La sterlina britannica ha recuperato le perdite della giornata, salendo anch’essa dello 0,1%. La corona norvegese, invece, ha subito un indebolimento significativo, superiore all’1%, mentre il franco svizzero è rimasto sostanzialmente stabile. Questi movimenti indicano un modesto incremento della domanda di valute rifugio.
- Le crescenti tensioni in Medio Oriente stanno influenzando anche il mercato energetico, alimentando timori sulla tenuta delle catene di approvvigionamento del petrolio. Di conseguenza, oggi il prezzo del greggio ha registrato un incremento del 2,9%, mentre anche il gas naturale ha segnato un aumento superiore al 2%.
- Infine, nel comparto dei metalli preziosi si osservano cali generalizzati. L’oro è sceso lievemente dello 0,1%, l’argento ha perso l’1%, mentre il platino ha subito una flessione più marcata, pari al 3,7%.
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