TAGLIO DA 0,5% VISTO COME MOLTO PROBABILE
Secondo le stime del FedWatch Tool il taglio dei tassi da 0,5% risulta ora ad una probabilitá del 67% contro il 31% di un taglio singolo da 0,25%. Fino a qualche tempo fa si parlava di taglio dei tassi singolo, addirittura si parlava di un taglio solo per il 2024, una condizione poco veritiera e che va in completa contraddizione con l'evoluzione dello scenario macroeconomico di base. L'aumento della disoccupazione, le continue revisioni dei Nonfarm Payrolls, l'inflazione che di fatto risulta essere nella realtá nettamente inferiore rispettoi a quella rilevata dal Bls, tutti elementi che remano contro un taglio singolo. La probabilitá che vediamo ora al 67%, é rimasta alta per tutta la giornata di ieri dove non é mai scesa al di sotto del 50% ed alcune avvisaglie circa questo cambio di aspettative lo abbiamo visto anche durante la scorsa settimana dove le probabilitá di taglio da 0,25% e da 0,5% si sono di fatto alternate per tutta la settimana.
Aspettative in aumento per il taglio doppio della Fed - Fonte: FedWatch Tool / CME Group
FED COME BCE?
Di fatto la Bce ha attuato un taglio del tasso di rifinanziamento principale molto aggressivo. La mossa di politica monetaria che va a restringere la differenza tra il DFR e MRO (tasso sui depositi e tasso di rifinanziamento principale) é di fatto una mossa emergenziale che abbiamo visto anche nell'ottobre del 2008 quando, dopo il fallimento di Lehman Brothers la Bce ha attuato un taglio del tasso MRO lasciando fermo il tasso DFR. Prima di ottobre 2008, lo spread tra tasso DFR e MRO era a 1%, portato poi a 0,5% tagliando appunto di mezzo punto il solo tasso di rifinanziamento principale. Da lí in poi partí un ciclo di taglio dei tassi molto aggressivo cosí come fece la Fed. Al momento a tagliare é stata solamente la Bce mentre questa volta la Fed risulta essere in ritardo, situazione alquanto insolita.
DOW JONES SUI MASSIMI E RISK OFF
Dow Jones registra nuovi massimi storici a 41622, il tutto mentre gli altri indici azionari ancora combattono sui loro massimi o al di sotto di essi. Continuano ad essere comprati i titoli di Stato che risultano essere ancora un buono strumento a protezione della volatilitá di lungo periodo e che, grazie alle politiche restrittive in via di sviluppo delle banche centrali, sembrano diventare sempre piú appetibili anche se con estremo ritardo. L'inflazione target é ben superata dai rendimenti di alcuni titoli come ad esempio il Gilt britannico, o il nostro Btp, mentre alcuni titoli come il Bund risultano avere un rendimento reale molto basso rispetto ad altri titoli quotati in euro. Lo scenario rimane risk off per via di questo flight to quality e per via dell'alta volatilitá.
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