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FED, taglio tassi di uno 0,5%?

07:52 18 settembre 2024

Arriva finalmente il giorno del taglio della Fed, la giornata piú attesa dell'anno e che risulta essere uno degli eventi macroeconomici che sará di forte impatto anche per i prossimi mesi. Dopo il taglio BCE, un taglio particolarmente aggressivo, arriva il turno della Fed che é attesa tagliare di uno 0,25% o di uno 0,5%, questo stando alle prospettive lanciate dal CME in base ai sondaggi degli operatori professionali. Vediamo insieme le probabilitá di un taglio dei tassi e i presupposti teorici di base per vedere la partenza di un ciclo di taglio tassi. 

LE PROIEZIONI PER OGGI

Secondo il FedWatch Tool del CME le probabilitá di un taglio tassi dello 0,5% sono al 65% mentre le probabilitá di un taglio dello 0,25% rimangono al 35%. In sostanza circa 2 operatori su 3 si attendono un taglio dei tassi aggressivo da parte della Fed, un taglio "doppio" che di fatto era inatteso fino a qualche mese fa. Questa probabilitá di taglio da 0,5% ha iniziato ad essere piú preponderante solamente nell'ultima settimana, il tutto dopo i dati sull'inflazione Usa della scorsa settimana seguito dal taglio aggressivo da parte della Bce. Fino a qualche settimana fa era schiacciante invece la probabilitá del taglio "singolo" da 0,25%, un taglio che vedeva una probabilitá del 85% contro il 15% del taglio da 0,5%, il tutto é cambiato nei giorni appena scorsi. 

Le aspettative di taglio dei tassi per la giornata di oggi - Fonte: CME Group - FedWatch Tool 

TAGLIO DA 0,5%? 

I presupposti macroeconomici per un taglio da 0,5% ci sono tutti. Un'inflazione in calo al 2,5%, quella rilevata dal Bls, in piú un tasso di disoccupazione che é visto statisticamente in aumento nel corso dei prossimi mesi e un mercato del lavoro che di fatto non sembra essere in ottima salute. Quest'ultimo fattore macro potrebbe incidere in modo determinante nel corso delle prossime decisioni del 7 novembre e del 18 dicembre, un tasso di disoccupazione U3 fermo al 4,2% che fa insospettire nel momento in cui lo andiamo a contestualizzare al tasso di disoccupazione U6 e soprattutto rispetto al suo andamento storico.Il taglio aggressivo da parte della Bce, mascherato da una comunicazione fuorviante in cui si parlava di ribasso dello 0,25% del tasso sui depositi, nuovo riferimento per gli altri tassi in quanto la differenza tra tasso di rifinanziamento principale e tasso sui depositi é stata ora settata a 15 punti base, potrebbe essere stato un segnale del fatto che il deterioramento del quadro macro generale presente a livello globale necessita di una spinta al ciclo di taglio dei tassi anche da parte della Fed che fino a prova contraria presenta dei numeri "peggiori" rispetto all'Europa. 

Le aspettative di taglio dei tassi per il 7 novembre- Fonte: CME Group - FedWatch Tool 

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CICLO DI TAGLIO TASSI AGGRESSIVO? DECIDE IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE 

A giugno si parlava di un solo taglio nel 2024 da parte della Fed, aspettative cambiate a due tagli e ora ci ritroviamo con delle aspettative completamente disallineate da un approccio morbido preso in considerazione fino a poco tempo fa. Osservando infatti i numeri del FedWatch Tool, possiamo notare come per la riunione del 7 novembre circa un 80% degli operatori si aspetta almeno un taglio di 0,75% (4,5-4,75%) rispetto ai livelli attuali. Ció sta a significare che se oggi si taglia di uno 0,25%, la prossima volta si taglierebbe di un altro 0,5%. Osservando i dati relativi alla riunione del 18 dicembre, il 92% degli operatori si attende invece un taglio dai livelli attuali pari all'1% (4,25-4,5%) mentre la maggioranza relativa del 58% si attende un taglio di almeno un 1,25% (4-4,25%). A vedere questi numeri, gli operatori si attendono per fine anno 4 o 5 tagli dei tassi da 0,25%, un vero e proprio inizio di un ciclo di taglio tassi. A guidare questa tendenza sicuramente i due fattori macro piú importanti, ossia inflazione e tasso di disoccupazione che al momento risultano seguire in piena regola la Curva di Phillips, una relazione macroeconomica che vede un aumento della disoccupazione in relazione ad un calo dell'inflazione. Al momento l'inflazione risulta essere misurata dal Bls con un leggero ritardo rispetto alla componente degli affitti, mentre truflation, societá che si occupa di misurare l'inflazione Usa su base giornaliera con un campione di dati nettamente maggiore rispetto al Bls, vede un'inflazione poco sopra 1,10%. Una discrepanza preoccupante considerando il trend di discesa dell'inflazione. Il tasso di disoccupazione invece é al centro di molte polemiche ma di fatto, almeno a livello statistico é previsto in netto rialzo. Dopo aver raggiunto un 4,3%, l'ultimo dato si é attestato al 4,2% in netta controtendenza con il dato U6 che vede una disoccupazione passare dal 7,8% al 7,9%, in aumento. La componente dei lavori part time ha inciso parecchio sulla discesa del tasso di disoccupazione U3, di conseguenza questo aggiustamento al ribasso risulta puramente momentaneo. Al momento il tasso di disoccupazione é in via di risalita e potrebbe peggiorare nel corso dei prossimi mesi. Osservando l'andamento del tasso di disoccupazione rispetto alla sua media storica a 18 mesi, vediamo uno scarto di oltre lo 0,4% il che si verifica quando ci sono aumenti repentini della disoccupazione. A conferma di ció abbiamo anche la Sahm Rule che si trova al momento a 0,57, ben oltre quello 0,5 che indica recessione e molto vicino a quello 0,61, livello che uno volta superato non ha mai fallito nel prevedere un aumento della disoccupazione e l'arrivo di una recessione. A supporto di questa possibilitá di vedere un aumento del tasso di disoccupazione troviamo anche le revisioni record dei Nonfarm Payrolls, ben 15 revisioni in negativo su 18 a partire da gennaio 2023, con un ritmo di revisioni per il 2024 quasi doppio rispetto al 2023. In sostanza, gli operatori si aspettano dei tagli aggressivi da parte della Fed e molto probabilmente ció é dovuto ai fattori macro in via di deterioramento, specie il tasso di disoccupazione. 

Le aspettative di taglio dei tassi per il 18 dicembre - Fonte: CME Group - FedWatch Tool 

I MERCATI PRIMA DELLA FED

Mercati con andamenti del tutto variegati. Mentre il Dow Jones e S&P500 baciano i nuovi massimi storici, il Nasdaq rimane ancora al di sotto dei massimi mentre il Nikkei rimane imprigionato all'interno del range inferiore dell'oscillazione mensile di agosto. Al momento il Nikkei chiude la nottata a -1% rispetto ai massimi visti ieri dopo un fortissimo recupero. I titoli di Stato, almeno per il lungo periodo, sembrano aver intrapreso un percorso di apprezzamento con conseguente riduzione dei rendimenti su base decennale dovuti principalmente ai tagli dei tassi visti per la Bce e che potremmo vedere per la Fed. Oro, petrolio e mercato valutario fortemente dipendenti al momento dalla reazione del dollaro dopo la Fed, al momento quindi non possiamo affermare nulla se non che il dollaro é in un trend di deprezzamento che vede Oro salire, Petrolio intraprendere un percorso di recupero di breve dopo i minimi visti di recente (andamento recessivo) e un mercato valutario guidato al momento dalle major che si apprezzano contro il dollaro, in primis lo Yen, valuta che sottende un'economia che vede aumenti dei tassi futuri. 

Questo materiale è una comunicazione di marketing ai sensi dell'Art. 24, paragrafo 3, della direttiva 2014/65 / UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa ai mercati degli strumenti finanziari e che modifica la direttiva 2002/92 / CE e la direttiva 2011/61 / UE (MiFID II). La comunicazione di marketing non è una raccomandazione di investimento o informazioni che raccomandano o suggeriscono una strategia di investimento ai sensi del regolamento (UE) n. 596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, relativo agli abusi di mercato (regolamento sugli abusi di mercato) e che abroga la direttiva 2003/6 / CE del Parlamento europeo e del Consiglio e direttive della Commissione 2003/124 / CE, 2003/125 / CE e 2004/72 / CE e regolamento delegato (UE) 2016/958 della Commissione, del 9 marzo 2016, che integra il regolamento UE) n. 596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per le disposizioni tecniche per la presentazione obiettiva di raccomandazioni di investimento o altre informazioni che raccomandano o suggeriscono una strategia di investimento e per la divulgazione di particolari interessi o indicazioni di conflitti di interessi o qualsiasi altra consulenza, anche nell'ambito della consulenza sugli investimenti, ai sensi della legge sugli strumenti finanziari del 29 luglio 2005 (ad es. Journal of Laws 2019, voce 875, come modificata). La comunicazione di marketing è preparata con la massima diligenza, obiettività, presenta i fatti noti all'autore alla data di preparazione ed è priva di elementi di valutazione. La comunicazione di marketing viene preparata senza considerare le esigenze del cliente, la sua situazione finanziaria individuale e non presenta alcuna strategia di investimento in alcun modo. La comunicazione di marketing non costituisce un'offerta di vendita, offerta, abbonamento, invito all'acquisto, pubblicità o promozione di strumenti finanziari. XTB S.A. non è responsabile per eventuali azioni o omissioni del cliente, in particolare per l'acquisizione o la cessione di strumenti finanziari. XTB non si assume alcuna responsabilità per qualsiasi perdita o danno, anche senza limitazione, eventuali perdite, che possono insorgere direttamente o indirettamente, intrapresa sulla base delle informazioni contenute in questa comunicazione di marketing. Nel caso in cui la comunicazione di marketing contenga informazioni su eventuali risultati relativi agli strumenti finanziari ivi indicati, questi non costituiscono alcuna garanzia o previsione relativa ai risultati futuri. Le prestazioni passate non sono necessariamente indicative dei risultati futuri, e chiunque agisca su queste informazioni lo fa interamente a proprio rischio.

Scritto da

David Pascucci

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