Giorgio Armani è morto a 91 anni: le implicazioni per il gruppo

16:50 4 settembre 2025

La scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta a 91 anni, segna la fine di un’era per la moda italiana e internazionale. Il fondatore della maison, chiamato con rispetto “Il Signor Armani”, si è spento serenamente a Milano, circondato dai suoi cari. La camera ardente sarà allestita dal 6 al 7 settembre presso l’Armani/Teatro in via Bergognone, mentre i funerali si terranno in forma privata, come da sua volontà.

Giorgio Armani aveva preparato con largo anticipo il passaggio generazionale. Nel 2016 aveva modificato lo statuto societario introducendo azioni senza diritto di voto, per garantire stabilità decisionale anche in caso di future aperture a investitori. La governance ora passa ai familiari Silvana, Roberta e Andrea Camerana, affiancati da manager fidati come Leo Dell’Orco e Federico Marchetti. La Fondazione Giorgio Armani, sebbene detenga solo lo 0,1% del capitale, avrà un ruolo chiave nel preservare i valori e la visione dello stilista.

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Il gruppo Armani è una realtà consolidata nel lusso, attivo non solo nella moda, con linee come Giorgio Armani, Emporio Armani, Privé ed Exchange, ma anche nei profumi, nell’arredamento e nell’ospitalità di fascia alta. I ricavi del 2022 hanno raggiunto 2,35 miliardi di euro, con un fatturato indotto di 4,5 miliardi e retail di 6,5 miliardi. L’utile netto era di 162 milioni di euro e il gruppo impiega circa 8.700 dipendenti, confermando una solidità strutturale in grado di sopravvivere oltre la vita del fondatore.

Armani aveva lasciato aperta la possibilità di una quotazione in borsa: alcune stime indicavano una valutazione potenziale intorno ai 5 miliardi di euro. Con la sua morte, è probabile che questi piani vengano rivalutati, ma la struttura societaria – con azioni senza diritto di voto e la Fondazione come garante, assicura continuità e controllo anche in scenari di apertura a investitori esterni.

La figura di Giorgio Armani era fortemente legata al brand, ma la maison ha già lavorato per rendersi meno dipendente dalla presenza del fondatore, rafforzando l’identità interna, il design e i valori del marchio. I progetti per il 50° anniversario, già approvati dallo stesso Armani poco prima della sua scomparsa, confermano una visione strategica pianificata con attenzione e lungimiranza.

Partito da Piacenza con soli 10 milioni di lire, Armani ha costruito un impero da oltre 4 miliardi di euro di patrimonio complessivo, vestendo leader politici, star di Hollywood e intere generazioni di creativi. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha definito: “Un’icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell’Italia migliore”. La sua eredità va oltre la moda, rappresentando un modello di visione imprenditoriale e di eleganza che ha ispirato il mondo intero.

Fonte: Team di ricerca di XTB
 

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