Le azioni cinesi hanno registrato un modesto rimbalzo venerdì, con guadagni compresi tra lo 0,60% e l’1,30%. L’indice HSCEI di Hong Kong sta segnando i rialzi più forti. Tuttavia, il quadro generale del mercato rimane misto: i titoli immobiliari continuano a perdere valore, mentre i titoli tecnologici restano in fase di consolidamento — anche se questo potrebbe cambiare dopo la dinamica IPO dell’equivalente cinese di Nvidia, Moore Threads.
J.P. Morgan ha recentemente pubblicato anche una raccomandazione positiva sugli asset cinesi. La banca ha evidenziato la crescita dell’intelligenza artificiale, il miglioramento dei margini, maggiori ritorni di capitale e lo spostamento della liquidità domestica verso asset d’investimento. J.P. Morgan prevede che l’indice MSCI China rimbalzerà di circa il 19% entro il 2026.
Tra le società tecnologiche cinesi, il sentiment è stato sostenuto dal forte slancio della produzione domestica di chip, spinto dalle pressioni geopolitiche e dalla corsa accelerata di Pechino verso l’autosufficienza. Moore Threads — un importante progettista di GPU per l’AI, spesso paragonato a Nvidia e fortemente sostenuto dalla strategia cinese sui semiconduttori — ha registrato un debutto spettacolare sul mercato di Shanghai, balzando di quasi il 500% rispetto al prezzo di IPO dopo aver raccolto circa 1,1 miliardi di USD (8 miliardi di yuan).
L’impennata esplosiva riflette il forte entusiasmo degli investitori, e la prolungata guerra commerciale sui chip tra Stati Uniti e Cina rende la società un’interessante alternativa d’investimento. Le performance di Moore Threads — forte crescita dei ricavi, perdite in riduzione e sostegno normativo — posizionano l’azienda tra i beneficiari più visibili della rinnovata iniziativa tecno-industriale di Pechino, insieme a società come Cambricon, Huawei, Enflame, Biren, Yangtze Memory e ChangXin, tutte in competizione per quote di mercato dopo la riduzione forzata delle attività di NVIDIA in Cina.

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