🛢️Il petrolio WTI scivola dell'1,5% tra le voci dell'OPEC+

16:08 29 settembre 2025

Nuove speculazioni su un ulteriore ritorno delle forniture da parte dell'alleanza OPEC+ stanno pesando sui prezzi del petrolio greggio

I prezzi hanno invertito parte dei guadagni della settimana precedente—sostenuti dalle aspettative di una ripresa in Cina e dall’incertezza sull’offerta dalla Russia—con l’inizio della nuova settimana. La scorsa settimana, i prezzi hanno toccato un picco vicino ai 70 dollari al barile, raggiungendo il livello più alto da quasi due mesi, sebbene i guadagni siano stati significativamente ridimensionati entro la fine della sessione di venerdì.

Strategia OPEC+ e rischio di eccesso di offerta
Secondo rapporti non ufficiali diffusi nel fine settimana, l’OPEC+ starebbe valutando un nuovo aumento della produzione a partire da novembre, potenzialmente superiore ai 137.000 barili al giorno precedentemente annunciati. Una tale decisione proseguirebbe la strategia dell’alleanza di riconquistare quote di mercato a scapito del suo tradizionale ruolo di regolatore dei prezzi, sollevando timori per un’ulteriore crescita dell’eccesso di offerta globale. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) stima che l’eccedenza potrebbe arrivare fino a 3 milioni di barili al giorno il prossimo anno. In questo scenario, Goldman Sachs prevede che Brent e WTI potrebbero scendere nella fascia compresa tra 50 e 60 dollari al barile.

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IEA anticipates a massive supply overhang next year. Source: Bloomberg Finance LP

Questa settimana sarà cruciale la dichiarazione del Ministro del Petrolio saudita di mercoledì, così come la prossima riunione del cartello prevista per il 5 ottobre. Se i piani di aumento dei limiti di produzione verranno confermati, è possibile un ulteriore calo dei prezzi, soprattutto considerando l’attuale periodo di accumulo stagionale delle scorte.

I rischi legati alla Russia restano un contrappeso
È importante non trascurare i persistenti rischi di approvvigionamento legati alla Russia. Nel fine settimana, l’Ucraina ha lanciato nuovi attacchi contro le infrastrutture petrolifere russe, che potrebbero aggravare le carenze interne di carburante. Tuttavia, la riduzione della capacità di raffinazione in Russia potrebbe anche rendere necessario un aumento delle esportazioni di greggio stesso—un fattore negativo per il mercato. Attualmente, fino al 30% della capacità di raffinazione russa è ferma e la capacità di stoccaggio è limitata. Pertanto, per evitare l’interruzione della produzione, la Russia potrebbe essere costretta ad aumentare le esportazioni di greggio.

Inoltre, circolano speculazioni secondo cui Donald Trump avrebbe concesso in via ufficiosa all’Ucraina il permesso di utilizzare equipaggiamento fornito dagli Stati Uniti per attacchi in profondità nel territorio russo. Questa mossa implicherebbe una pressione ancora maggiore sulla Russia. È noto che Trump desideri che paesi come India e Cina interrompano l’acquisto di materie prime russe.

Punti chiave di attenzione per gli investitori

  • Conferma della decisione di aumento della produzione da parte dell’OPEC+ nella riunione della prima settimana di ottobre.

  • Dati API ed EIA sulle variazioni delle scorte, che potrebbero rafforzare o attenuare le attuali pressioni sull’offerta.

  • Il ritmo della ripresa economica in Cina e in Europa, come indicato dalle banche centrali.

Prospettive tecniche

Il petrolio sta attualmente testando la media mobile a 50 periodi intorno ai 64 dollari al barile. Se il prezzo dovesse chiudere oggi agli attuali livelli o più in basso, si completerebbe una formazione a Evening Star, che indicherebbe la prosecuzione del ribasso. Tuttavia, se nella parte finale della sessione odierna il prezzo dovesse rimbalzare, è possibile un nuovo test dell’area compresa tra 65 e 66 dollari al barile.
Fonte: xStation5

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