Taglio piú vicino?
Cala l'inflazione negli Usa, si porta dal 2,4% al 2,3% sorprendendo il mercato che stimava un'inflazione stabile. A questo punto é ipotizzabile un taglio dei tassi visto che l'inflazione scende oltre le aspettative per la seconda volta consecutiva? I mercati nel frattempo continuano a registrare nuovi massimi settimanali andando a registrare performance a 1 mese fuori statistica.CALO INFLAZIONE E TAGLIO DEI TASSI?
Ieri abbiamo assistito al calo dell'inflazione che si riporta al di sotto dei livelli minimi visti nel settembre 2024, minimi del dato raggiunti lo scorso mese e che di fatto ieri sono stati aggiornati portando il dato dal 2,4% al 2,3%, un calo sensibile che avvicina il tasso di inflazione al livello target della Fed. Le stime degli operatori per un taglio a giugno rimangono sostanzialmente invariate con una probabilitá di taglio a 8,3%, probabilitá basse al momento. L'attenzione quindi si sposta sui dati del mercato del lavoro, un mercato che rappresenta un nodo cruciale per la Fed in quanto la piena occupazione rappresenta il secondo obiettivo del mandato della Fed. Inoltre ricordiamo che nell'ultima riunione del Fomc si é dato peso proprio ad un possibile peggioramento del tasso di disoccupazione, oltre che a un possibile ritorno dell'inflazione dovuto ai dazi. Proprio quest'ultimo elemento potrebbe pesare sulle aspettative degli operatori che di fatto, di fronte ad un dato relativamente basso dell'inflazione, si aspettano comunque un ritorno verso l'alto, pertanto le stime sui tassi rimangono invariate. I dati sull'occupazione diventano quindi fondamentali e il dato sulle richieste continue di sussidi di disoccupazione diventa il dato da osservare per le prossime settimane in quanto abbiamo raggiunto di recente un nuovo record di richieste, oltre 1910k, dato che non si vedeva dal pre-pandemia e dato piú alto dal post-pandemia. Ci attendono ora 4 data release prima dell'uscita del dato sul tasso di disoccupazione che avremo venerdí 6 giugno, un peggioramento di questi dati potrebbe spingere la Fed a tagliare i tassi giá da giugno qualora dovessimo vedere un peggioramento netto della situazione.

MERCATI AZIONARI, RENDIMENTI TROPPO ALTI
I mercati azionari continuano la loro dinamica tecnica assolutamente rialzista, senza soluzioni di continuitá e senza alcun tipo di freno dal punto di vista tecnico. La dinamica rialzista é forte, ma i rendimenti conseguiti nel corso delle ultime settimane risultano eccessivi in base al tempo. Dax a ridosso di un 25% di rendimento, Ftse Mib 27%, Nasdaq 30%, rendimenti eccessivi per un solo mese di negoziazione e che di fatto confermano la forte volatilitá dei mercati, elemento essenziale di ogni fase di ribasso. Ricordiamo inoltre che l'anno 2025 é entrato nella lista degli anni che hanno visto uno dei rialzi piú forti della storia del Nasdaq in intraday, una lista che vede storicamente tutti anni che fanno riferimento a mercati fortemente ribassisti, pertanto l'attenzione é massima in questo contesto di forte volatilitá. Attenzione quindi a possibili fasi di ritracciamento da questi massimi, potrebbero scaturire movimenti ribassisti importanti in termini di intensitá, la situazione tecnica é particolarmente ottimista e precaria.
SPREAD 2-10 ANNI, RITORNO SOTTO I 50 PUNTI BASE
Lo spread tra il 2 e il 10 anni americano ritorna sotto i 50 punti base, segnando di fatto uno stop alla salita che dovrebbe puntare verso i 120 punti base in corrispondenza di una politica aggressiva di taglio dei tassi. Il mercato sta comprando comunque scadenze brevi, si abbassano i rendimenti della parte breve della curva mentre le scadenze lunghe, penalizzate da questo meccanismo di normalizzazione, soffrono e vedono rendimenti ancora alti. Questo meccanismo, del tutto normale, consente alla curva di andare in upward sloping per poi scendere nella sua interezza nel momento in cui si vedrá il ritorno ai tagli dei tassi verso l'inflazione.
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