Investire nell'uranio: l'energia nucleare è la soluzione energetica?

12:44 8 maggio 2025

I robot guideranno per noi in futuro? Saranno in grado di eseguire interventi chirurgici con estrema precisione? Telefoni, automobili ed elettrodomestici diventeranno sempre più avanzati? L’intelligenza artificiale potrà davvero aiutarci nella vita quotidiana?
Tutti questi scenari potrebbero migliorare il nostro futuro, ma per realizzarli serviranno enormi quantità di energia — una risorsa fondamentale che né i combustibili fossili, limitati da vincoli politici e ambientali, né le energie rinnovabili, ostacolate da una bassa efficienza, riescono attualmente a garantire.

Per risolvere questo dilemma, un tipo di energia sta guadagnando sempre più popolarità tra le grandi aziende: l’energia nucleare.
Negli ultimi mesi, colossi come Google, Amazon e Microsoft hanno siglato accordi con centrali nucleari per alimentare i propri data center, infrastrutture chiave per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il 2025 potrebbe segnare un record mondiale nella produzione di elettricità da fonte nucleare, con 2.900 TWh, pari a quasi il 10% della produzione elettrica globale.

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Alla base di questa energia c’è una materia prima sempre più richiesta con l’espansione dell’AI e dei data center: l’uranio.
Dopo anni di prezzi stabili, il valore dell’uranio è salito vertiginosamente negli ultimi cinque anni, superando i 100 dollari a inizio 2024, prima di iniziare una fase di ritracciamento.
Nonostante il recente calo, l’uranio mantiene un grande potenziale, attirando l’attenzione degli investitori grazie al suo ruolo cruciale nei settori più innovativi.

 

2025, un inizio difficile per il prezzo dell'uranio
Dall’inizio del 2024, quando ha superato i 100 dollari, il prezzo dell’uranio è sceso di oltre un terzo. Nei primi mesi del 2025, il trend negativo non si è invertito, con un calo di circa l’11%. Tre i principali fattori alla base di questa flessione.

Innanzitutto, l’emergere della piattaforma Deepseek ha scatenato vendite nel settore, poiché il mercato ha iniziato a prezzare un utilizzo energetico inferiore per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Solo un anno fa, l’uranio era in forte crescita, spinto dalla riapertura di reattori nucleari in vari Paesi e dalle aspettative di un aumento della domanda elettrica legata all’AI e ai data center.

In secondo luogo, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Canada, uno dei principali produttori mondiali di combustibile nucleare, hanno pesato sul mercato. Gli Stati Uniti, primo consumatore mondiale di uranio con 94 reattori attivi, dipendono in gran parte da importazioni estere, soprattutto dal Canada (oltre il 25%). Le minacce iniziali di Trump di imporre dazi del 25% — poi ridotti al 10% — sull’uranio canadese hanno alimentato le aspettative di un calo della domanda.

Infine, le voci di un possibile cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina hanno sollevato l’ipotesi di un allentamento delle sanzioni sulla produzione russa di uranio, con conseguente aumento dell’offerta globale e ulteriore pressione sui prezzi.

Il blackout in Spagna offre lezioni importanti
Lunedì 28 aprile, Spagna, Portogallo e una parte della Francia hanno subito uno dei primi grandi blackout dell’era delle energie rinnovabili: oltre 50 milioni di persone sono rimaste senza elettricità per ore.

Nonostante si sia parlato di cyberattacco o di un eccesso di energia solare in una giornata molto soleggiata, l’ipotesi più probabile è la seconda. Questi eventi, pur rari, possono verificarsi, soprattutto se i sistemi elettrici diventano sempre più dipendenti da fonti rinnovabili. In quella giornata, oltre il 75% della produzione nei Paesi iberici proveniva da fonti meteo-dipendenti come eolico e solare, mentre solo pochi impianti a gas, nucleari o idroelettrici erano attivi — quelli, cioè, che garantiscono la stabilità della rete.

Reti dominate da energia solare ed eolica non sono necessariamente un male, ma risultano più fragili rispetto a quelle basate su fonti tradizionali. Per garantire un mix equilibrato, i decisori politici dovrebbero investire in impianti a gas di riserva e mantenere operative le centrali nucleari.

La crescente domanda di elettricità richiede non solo più energia, ma anche una rete più solida, capace di gestire la variabilità delle rinnovabili. Questo comporta grandi investimenti di tempo e denaro. Tuttavia, l’energia nucleare potrebbe rappresentare una soluzione più efficiente ed economica.

 

L’energia nucleare torna protagonista: come investire nell’uranio

Le centrali nucleari possono operare fuori dalla rete, essere collocate dove l’energia serve realmente e occupano poco spazio. Sebbene il blackout registrato in Spagna abbia riacceso il dibattito sull’energia nucleare – spingendo al rialzo i titoli legati all’uranio – è stato soprattutto un rumor proveniente dalla Casa Bianca, secondo cui si starebbe valutando un’accelerazione nello sviluppo dei reattori nucleari, a dare una spinta significativa ai prezzi di queste azioni.

Secondo molti analisti, esiste un divario energetico globale che potrebbe colmarsi solo entro la fine del decennio. Con la diffusione dei veicoli elettrici e dell’intelligenza artificiale, che richiede energia massiccia per alimentare i data center, è plausibile che la rete elettrica non sia in grado di soddisfare la domanda nei prossimi anni.

In questo scenario, l’energia nucleare rappresenta l’unica tecnologia pulita in grado di garantire una produzione stabile e su larga scala.

Come investire nell’uranio?

A differenza di altre materie prime come oro o argento, non è possibile investire direttamente in uranio fisico, per via della sua natura radioattiva. Tuttavia, esistono due strade principali:

Azioni di aziende del settore

  • Cameco
    Tra le principali aziende del settore, la canadese Cameco si distingue per la sua capacità produttiva e per i contratti strategici siglati con 41 clienti globali. L’azienda presenta solidi risultati finanziari e un bilancio robusto, elementi che rafforzano le sue prospettive di crescita, nonostante i rischi geopolitici e normativi.

  • Nuscale
    Dopo un 2024 eccezionale con un +450%, Nuscale ha avuto un 2025 sottotono, penalizzata da incertezze sulla domanda energetica dei data center e da forti perdite. Tuttavia, esiste un potenziale di rimbalzo nei prossimi mesi.

  • Oklo
    Startup innovativa, Oklo è focalizzata sullo sviluppo di piccoli reattori nucleari (“power plants”). Pur non avendo ancora un prodotto sul mercato, il titolo è schizzato recentemente dopo il supporto annunciato dalla Casa Bianca al settore.

ETF sull’uranio

  • Uranium ETF (URNU.DE)
    Questo ETF consente un’esposizione diversificata a società attive nell’estrazione, raffinazione ed esplorazione dell’uranio, oltre alla produzione di componenti nucleari. Da inizio anno, registra un calo del 4,77%.

Uranium ETFs
 

Uranium and Nuclear Technology (NUKL.DE)
Offre un’esposizione all’andamento delle aziende attive nel settore dell’energia nucleare, dai produttori di reattori ai minatori di uranio. Dall’inizio dell’anno ha registrato un calo dell’11,47%.

 
Uranium ETFs
 
 

Uranium miners (U3O8.DE)
Questo ETF sull’uranio offre agli investitori un modo per puntare sulla crescita dell’energia nucleare tramite l’esposizione a società attive nell’estrazione dell’uranio. Include aziende coinvolte nell’intero settore: estrazione, esplorazione, sviluppo e produzione. L’ETF può inoltre investire in entità che detengono uranio fisico. Dall’inizio dell’anno ha registrato un calo del 24%.

Uranium ETFs
 
 

Junior Uranium miners (U8NJ.DE)
Offre esposizione a società minerarie di uranio a piccola e media capitalizzazione, con il potenziale di sovraperformare nel prossimo futuro. Il prezzo delle sue quote è sceso del 20% dal 1° gennaio.

Uranium ETFs

 

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