- I mercati asiatici salgono sull’onda dell’ottimismo per i negoziati commerciali USA-Cina, con il Composite di Shanghai in crescita dello 0,8% e il CSI 300 in rialzo dello 0,9%, mentre gli investitori rientrano dalle festività con rinnovate speranze per i colloqui commerciali. L’Hang Seng di Hong Kong ha aggiunto lo 0,5%, mentre l’S&P/ASX 200 australiano e lo Straits Times di Singapore sono rimasti sostanzialmente piatti, poiché i trader hanno adottato un approccio prudente in vista del meeting della Fed.
- I colloqui commerciali USA-Cina guadagnano slancio, mentre il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato a CNBC di aspettarsi “progressi sostanziali nelle prossime settimane”, osservando che gli attuali livelli tariffari del 145% equivalgono a “un embargo”. Il presidente Trump ha affermato che la Cina desidera “molto” un accordo, sebbene Pechino continui a ribadire che non ci saranno negoziati finché gli Stati Uniti non ridurranno i dazi. La scorsa settimana, la Cina ha segnalato apertura al dialogo, ma ha sottolineato che i colloqui devono basarsi sulla “sincerità” e sulla rimozione delle tariffe unilaterali.
- La Fed si trova davanti a un dilemma sulle politiche tariffarie in vista del meeting che inizia oggi, con i funzionari divisi tra il rischio di aspettare troppo a lungo per tagliare i tassi o agire troppo presto in presenza di rischi inflazionistici legati al commercio. La banca centrale dovrebbe mantenere i tassi invariati, monitorando attentamente l’impatto dei dazi su inflazione e occupazione. Emergono divisioni interne su quanto gli aumenti dei prezzi siano temporanei e su come bilanciare la necessità di evitare una recessione con la credibilità nel contrasto all’inflazione.
- Trump firma un ordine esecutivo sul settore farmaceutico mirato a potenziare la produzione interna di farmaci, riducendo i tempi di approvazione per nuovi impianti e incaricando la FDA di semplificare le revisioni. Il presidente ha inoltre avvertito che imporrà dazi sulle importazioni del settore entro due settimane, con un possibile impatto su oltre 200 miliardi di dollari di farmaci importati ogni anno. Le aziende europee, insieme ai produttori indiani e ai fabbricanti di attrezzature cinesi, dovrebbero essere i più colpiti.
- Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) chiede lo smantellamento del business pubblicitario di Google, chiedendo che l’azienda ceda immediatamente il marketplace pubblicitario AdX, seguito da una dismissione “graduale” del server pubblicitario DoubleClick for Publishers. La mossa segue una sentenza di un giudice federale che ha stabilito che Google ha dominato illegalmente due mercati della tecnologia pubblicitaria online. Google si oppone alle misure proposte, sostenendo che “vanno ben oltre quanto stabilito dalla Corte” e danneggerebbero editori e inserzionisti.
- Il petrolio rimbalza di oltre l’1,5% dopo un forte crollo, con il Brent che sale a 61,15 dollari e il WTI a 58,02 dollari. I prezzi avevano toccato lunedì i minimi da febbraio 2021, dopo che l’OPEC+ ha deciso di accelerare ulteriormente l’aumento della produzione per il secondo mese consecutivo. Il petrolio ha perso oltre il 10% in sei sedute consecutive e oltre il 20% da aprile, quando gli annunci tariffari di Trump hanno alimentato timori di rallentamento economico globale.
- L’attività dei servizi in Cina rallenta ai minimi da sette mesi, con il PMI dei servizi Caixin/S&P Global di aprile sceso a 50,7 da 51,9 a marzo, mentre le aziende indicano i dazi USA come principale preoccupazione. Nonostante la spesa dei consumatori durante le festività del Primo Maggio sia cresciuta dell’8% su base annua, raggiungendo i 180,27 miliardi di yuan, la spesa pro capite è aumentata solo dell’1,5% e resta al di sotto dei livelli del 2019. Le vendite di biglietti del cinema durante i cinque giorni di festività si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2024.
- Le valute asiatiche si muovono in modo misto dopo una sessione volatile, con lo yuan cinese in rialzo dello 0,6%, ai massimi da sei settimane, grazie all’ottimismo sui colloqui commerciali. L’autorità monetaria di Hong Kong ha acquistato 7,8 miliardi di dollari per difendere il peg valutario, dato che il dollaro di Hong Kong ha toccato il limite superiore della sua banda per la quarta volta in un mese. Nel frattempo, il dollaro taiwanese si è indebolito del 3,7% dopo un’impennata record dell’8% nelle due sessioni precedenti, con gli analisti che attribuiscono il calo alla chiusura delle posizioni lunghe sul dollaro in seguito a un calo di fiducia nell’economia statunitense.
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