Perdite del petrolio del 2% dopo il rapporto OPEC

16:31 11 settembre 2025

Nei mercati globali dei carburanti stiamo osservando un chiaro calo dei prezzi del petrolio greggio. L’ultimo rapporto OPEC indica che la pressione sui prezzi persiste nonostante solidi fondamentali di domanda e offerta. I contratti sul greggio WTI scendono di oltre il 2%.

 

Il calo dei prezzi del petrolio greggio è il risultato di diversi fattori sovrapposti — sia di natura di mercato che finanziaria. Dal punto di vista dei fondamentali fisici, la situazione appare stabile: la domanda globale continua a crescere e la struttura dei contratti resta in backwardation, segnale solitamente di un mercato solido. Tuttavia, i fattori finanziari e i segnali economici di breve termine si sono rivelati più forti e al momento dominano le quotazioni.

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Tra questi troviamo:

  • Pressioni sull’offerta da parte dei produttori non-OPEC+, tra cui USA, Brasile, Canada e Argentina.

  • Vendite aggressive di contratti futures da parte di hedge fund e money manager.

  • Calo stagionale della domanda negli Stati Uniti dopo la fine del periodo estivo.

  • Timori sul ritmo di crescita dell’economia americana e sugli effetti delle tariffe commerciali.

  • Segnali di minore attività di raffinazione in Cina a luglio, che suggeriscono un leggero indebolimento della domanda dal più grande importatore mondiale.

Gli attuali ribassi non derivano quindi da un crollo strutturale della domanda, ma dal predominio di fattori finanziari e congiunturali. Questo implica che il mercato potrebbe comunque registrare un rimbalzo dei prezzi in caso di shock sull’offerta o di escalation geopolitica.

 

La crescita economica stabile — sia nei paesi sviluppati che nelle economie emergenti — continua a sostenere la domanda. Il PIL globale è atteso in crescita del 3,0% nel 2025 e del 3,1% nel 2026.

L’Asia contribuisce in modo particolarmente rilevante:

  • Cina: +4,8% nel 2025

  • India: +6,5% nel 2025

Questi mercati rappresentano i veri motori dei consumi energetici: la crescente classe media, lo sviluppo dinamico dell’industria e dei trasporti garantiscono che la domanda di carburanti resti elevata.

Un altro fattore di sostegno è rappresentato dai carburanti per i trasporti e dai prodotti petrolchimici. L’aumento dei viaggi aerei, la domanda stabile di benzina nei paesi OCSE e lo sviluppo della logistica in Asia alimentano la richiesta di petrolio. Parallelamente, GPL e cherosene, impiegati nell’industria petrolchimica, sostengono i consumi nei settori della plastica e della chimica. Ciò significa che, nonostante le pressioni finanziarie e i cali temporanei dei prezzi, i fondamentali della domanda restano solidi e il mercato conserva basi per una crescita di medio termine.

Il calo dei prezzi del petrolio ha conseguenze che vanno oltre il mercato delle materie prime, incidendo su inflazione, bilance commerciali, risultati aziendali e sentiment degli investitori.

I principali perdenti del calo del petrolio saranno:

  • Paesi produttori — come Russia, Brasile, USA o Arabia Saudita. Prezzi più bassi significano minori entrate di bilancio e valute più deboli. Ciò si riflette anche sugli indici azionari locali, in misura proporzionale alla loro dipendenza dal settore estrattivo.

  • Compagnie energetiche ed estrattive — Prezzi più bassi del greggio e dei prodotti raffinati comportano margini, ricavi e utili inferiori, con impatto diretto sulla valutazione di mercato delle società del settore.

I beneficiari del calo dei prezzi includeranno:

  • Importatori di energia — Paesi fortemente dipendenti dalle importazioni, come India, Cina, Turchia e Giappone, vedranno un miglioramento delle bilance commerciali.

  • Trasporto e logistica — Le aziende ridurranno i costi del carburante, aumentando i profitti, la competitività dei prezzi e la capacità di investimento, con effetti positivi sulle quotazioni.

  • Consumatori — Grazie ai minori costi di trasporto, potranno beneficiare di un rallentamento dell’aumento dei prezzi.

OIL.WTI (D1)

Fonte: Xstation
Il grafico mostra un chiaro trend ribassista, confermato da una serie di massimi decrescenti. Il prezzo rimane al di sotto delle resistenze chiave a 65,20 USD, dove si trova il livello FIBO 61. Il supporto più importante è nell’area di 61,70 USD, e una sua rottura aprirebbe la strada verso 56,50 USD, in prossimità del limite inferiore del canale. Finché il mercato resterà sotto quota 65,20 USD, il vantaggio rimarrà dalla parte dei venditori, mentre solo un breakout sopra i 67,70 USD potrebbe segnalare un cambio di trend al rialzo.

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