Azionario ancora sui Massimi
Abbiamo visto ieri l'uscita dei dati Usa sulla vendite al dettaglio, il PPI e le richieste di sussidi di disoccupazione oltre al GdpNow uscito nel pomeriggio che segna un Pil Usa a +2,5%, in pieno recupero dopo il brutto dato relativo allo scorso trimestre. Stanotte é stata la volta del Giappone con un Pil uscito in negativo, un dato che di fatto non ha mosso di molto il mercato azionario che rimane ancora ben saldo sui massimi seppur mostrando i primi segni di cedimento.PIL GIAPPONE NEGATIVO
PIl Annualizzato passa dal 2,4% a -0,7%, la stima prevedeva un -0,2% quindi si prevedeva un dato negativo. La situazione giapponese risulta molto particolare in quanto questa economia si ritrova dopo ben 35 anni a fronteggiare una nuova situazione che potrebbe far uscire il Giappone da una lunga fase di deflazione. Infatti i tassi di interesse sono in crescita, al momento allo 0,5% mentre l'inflazione rimane ancora ben al di sopra del target del 2%, una condizione ottimale per vedere ulteriori aumenti dei tassi che potrebbero normalizzare la situazione nel lungo periodo. Il Pil negativo peró non é buona cosa in questo contesto in quanto frena la volontá di aumentare i tassi di interesse, condizione essenziale per uscire da una condizione che l'economia combatte dalla fine degli anni 80. I prossimi dati sull'inflazione potrebbero essere determinanti per la gestione della politica monetaria di lungo termine, pertanto non si escluda il fatto che la BoJ potrebbe ulteriormente aumentare i tassi seppur in presenza di un Pil negativo, mossa comunque azzardata in un'economia in rallentamento.
I DATI USA DI IERI
Buoni i dati Usa della giornata di ieri con un le vendite al dettaglio che superano di netto le aspettative e superano il dato precedente, quest'ultimo rivisto al rialzo nell'ultima rilevazione. Si é passati dal 4,9% al 5,2% mentre le stime vedevano un dato in discesa a 1,1%, quindi il dato é stato fortemente positivo. PPI in calo dal 2,7% al 2,4%, le stime prevedevano un calo al 2,5% mentre viene rivisto in positivo il dato precedente che di fatto passerebbe al 3,4%. Il dato esce quindi peggiore rispetto le aspettative ma nulla di preoccupante considerando il buon andamento delle vendite al dettaglio e l'andamento dell'inflazione che nell'ultimo dato risulta in discesa. In aumento le richieste di sussidi di disoccupazione che tornano a 1881k, rimangono ancora su livelli massimi ma al di sotto del record di 1916k visto nel corso delle scorse settimane, pertanto ancora nessun segnale palese di peggioramento da parte del tasso di disoccupazione in Usa.
POWELL, NULLA DI NUOVO
Powell, nel suo intervento pubblico a Washington, conferma che le preoccupazioni circa un futuro aumento dell'inflazione dovuto ai dazi potrebbe far proseguire la politica "Higher for Longer", ossia tassi alti tenuti per il lungo termine. Ovviamente il tutto verrá deciso dai dati sull'inflazione futuri e soprattutto su quelli relativi alla disoccupazione Usa che al momento rimane ancora su livelli bassi e sostenibili seppur con un andamento sicuramente rialzista. In sostanza, non cambia nulla rispetto a quanto abbiamo visto finora, ossia Powell rimane ancora con i tassi alti seppur in presenza di un'inflazione che rimane ancora nel suo trend ribassista mentre sale la disoccupazione.
MERCATI AZIONARI ANCORATI SUI MASSIMI
Mercati che rimangono ancora sui massimi, alcuni di essi mostrano dei segni di cedimento ma non cosí preoccupanti da inficiare il trend in atto. Su Dax e Ftse Mib vediamo dei trend fortissimi al rialzo che non vedono segni di cedimento palesi, mentre sugli Usa abbiamo visto ieri un primo scarico nella serata, un ribasso di certo poco incidente sulla dinamica attuale. Per vedere uno stop di questa salita si necessita il monitoraggio delle dinamiche su base giornaliera e settimanale, dinamiche che fino a prova contraria risultano ancora intatte e palesemente rialziste.
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