Tassi, aspettative cambiate

07:26 12 settembre 2025

Sussidi Record

Ieri abbiamo assistito all'uscita dei dati sull'inflazione Usa e sulle richieste di sussidi che hanno segnato un nuovo record, quest'ultimo molto impattante sui tassi. Nel frattempo la Bce lascia i tassi invariati e i mercati azionari hanno proseguito tranquillamente il loro trend rialzista di lungo periodo senza molte esitazioni. Scendono i rendimenti obbligazionari sia in Europa che in Usa. 

INFLAZIONE USA IN SALITA 

Inflazione Usa in salita dal 2,7% al 2,9%, a pesare la componente cibo ed energia insieme alla componente alloggi che pesa molto sul calcolo dell'inflazione. Escludendo infatti queste componenti abbiamo l'inflazione core che rimane infatti fissa al 3,1%, un'inflazione che rimane relativamente alta rispetto al target ma che di fatto rimane perfettamente in un trend ribassista di lungo periodo. Pesano sicuramente i dazi, i consumatori continuano a consumare, l'economia é in una situazione di stallo dove si procede per inerzia con un'inflazione che rimane sostenuta ma con un mercato del lavoro che soffre, quest'ultimo il vero market mover. 

SUSSIDI RECORD E CAMBIANO LE ASPETTATIVE SUI TASSI 

Secondo logica l'inflazione che sale avrebbe dovuto mettere un freno alle aspettative sui tassi, difficile tagliare quando sale l'inflazione, invece abbiamo assistito ad un fenomeno molto interessante che fa capire come gli operatori siano preoccupati degli attuali dati del mercato del lavoro. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione escono a 263k, un nuovo record dal 2017 ad esclusione della pandemia, un dato molto preoccupante che si aggiunge alle revisioni dei Nonfarm payrolls che abbiamo visto nel corso degli ultimi giorni e ai pessimi dati occupazionali del tasso di disoccupazione e del report Challenger. Proprio questo dato potrebbe aver impattato sulle aspettative dei tassi che confermano con forza i 3 tagli per dicembre, infatti il 73% degli operatori si aspetta 3 tagli entro dicembre e un 6% si attende 4 tagli, in pratica quasi l'80% degli operatori si attende 3 o piú tagli. Queste aspettative sono radicalmente cambiate nel giro di una settimana, da quando abbiamo visto i pessimi dati del mercato del lavoro, pertanto possiamo affermare che i dati del lavoro impatteranno in modo significativo su queste aspettative e qualora dovessimo vedere ulteriori dati dell'inflazione peggiorare, a quel punto potremmo vedere tranquillamente piú di 3 tagli per dicembre. 

TASSI BCE FERMI. "GOOD PLACE" PER L'EUROPA 

"We are in a good place" risponde la Lagarde ad un giornalista durante la conferenza stampa, in effetti osservando i numeri l'Europa ha i tassi quasi in linea con l'inflazione target mentre l'inflazione é molto vicina al 2%, il tutto con una disoccupazione bassa. L'Europa é ora in equilibrio, il mercato del lavoro é solido afferma la Lagarde, l'Europa potrebbe rallentare leggermente nel corso del 2026 per poi riprendersi nel corso del 2027 con le stime sul Pil in salita e un'inflazione idealmente a 1,9%, in piena linea con l'inflation targeting. 

CALO RENDIMENTI OBBLIGAZIONI, AZIONARIO IN SALITA 

L'azionario prosegue la sua corsa al rialzo, non si trovano segnali tecnici che parlano di ribasso. La dinamica tecnica non suggerisce ribassi, la situazione non sta cambiando e finché non troveremo segnali ribassisti degni di nota non potremmo ipotizzare movimenti al ribasso. Nel frattempo le obbligazioni vedono i rendimenti in calo con il 10 anni Usa che si avvicina al 4% di rendimento mentre il 2 anni si attesta di nuovo a ridosso del 3,5%. Lo spread tra questi titoli peró non sale, si attende palesemente il prossimo taglio dei tassi del 17 settembre per far partire un movimento che faccia partire lo spread verso il suo target naturale dei 120. 

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Scritto da

David Pascucci

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