Wall Street attende i dati chiave sull'inflazione in programma oggi
I mercati finanziari non stanno attraversando una settimana facile. Il miglioramento dei dati economici negli Stati Uniti e l’esaurimento delle aziende attive nell’intelligenza artificiale pesano sui principali indici di Wall Street, mentre spingono il dollaro verso la sua miglior performance delle ultime due mesi. Questo pomeriggio verrà diffuso anche un dato chiave: il PCE. Sebbene abbia perso parte della sua rilevanza a favore dei dati sul mercato del lavoro, potrebbe sollevare nuovi dubbi sui prossimi passi della Fed.
Nonostante la Federal Reserve abbia tagliato i tassi di interesse di 25 punti base la scorsa settimana a causa dell’indebolimento dell’occupazione, è necessario monitorare l’evoluzione dell’inflazione prima di impegnarsi in un ciclo di allentamento più aggressivo. La pubblicazione dei dati PCE di questo pomeriggio, la misura preferita dalla Fed per seguire l’andamento dei prezzi, sarà cruciale.
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Apri un Conto Scarica la app mobile Scarica la app mobileCi si aspetta che i dati mostrino un lieve rimbalzo nella crescita dei prezzi ad agosto, pur mantenendo stabile l’inflazione annuale. Il PCE tende a fluttuare più lentamente rispetto all’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI), poiché riflette il comportamento dei consumatori che passano a beni più economici quando i prezzi aumentano. Copre inoltre una gamma più ampia di spese.
Come differisce il PCE dall’inflazione?
Analizzando l’importanza del PCE, è fondamentale comprendere le differenze con l’inflazione misurata dal CPI. Il CPI cattura solo ciò che i consumatori pagano direttamente. Al contrario, il PCE include tutti i beni e servizi consumati nel paese, sia acquistati direttamente dai consumatori, sia dalle imprese o dal governo.
I due indici utilizzano anche calcoli e ponderazioni differenti. Il CPI usa pesi fissi generati da un paniere aggiornato ogni due anni, il che non permette di introdurre nuovi prodotti o variazioni di prezzo.
Il PCE, invece, consente ai consumatori di sostituire i beni ogni mese in base ai prezzi relativi — ad esempio, passando dalla carne bovina al pollo se il prezzo della carne aumenta. Per questo motivo il PCE tende a crescere più lentamente, sebbene l’effetto sia relativamente contenuto.

Di conseguenza, il PCE attribuisce meno peso ai prezzi che sono aumentati più rapidamente. Un altro esempio di questa differenza riguarda il settore abitativo: rappresenta attualmente il 33% del paniere del CPI, ma solo il 15% del PCE. Perciò, il CPI risulta generalmente più alto rispetto al PCE, come avviene anche oggi.
Infine, esistono differenze metodologiche anche nel calcolo di alcuni prodotti, come i biglietti aerei. Il CPI si basa su un numero fisso di rotte aeree, mentre il PCE utilizza dati effettivi su spesa dei passeggeri e chilometri percorsi.
Cosa ci si può aspettare oggi?
Se il PCE continuerà a salire, potrebbe indurre i funzionari della Fed a maggiore cautela. Una lettura stabile o più debole potrebbe giustificare due tagli dei tassi entro fine anno. Attualmente, secondo Fed Watch, c’è l’87% di probabilità di un taglio a ottobre e il 58% di un ulteriore taglio a dicembre. Tuttavia, se il PCE supererà determinati livelli, lo scenario potrebbe cambiare drasticamente:
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Core PCE annuale: +2,9%, stesso ritmo di luglio
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Core PCE mensile: +0,2%, sotto il +0,3% di luglio
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PCE annuale: +2,7%, superiore al +2,6% di luglio
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PCE mensile: +0,3%, superiore al +0,2% di luglio
Questi dati seguono i sorprendenti numeri rivisti del PIL pubblicati giovedì. L’economia statunitense è cresciuta a un ritmo annualizzato del 3,8% nel secondo trimestre, rispetto alla precedente stima del 3,3%, recuperando dalla contrazione del -0,5% del primo trimestre. Quel calo era stato causato da un’impennata delle importazioni prima delle modifiche tariffarie annunciate dal presidente Donald Trump, un effetto che si è dissolto nei mesi successivi con la normalizzazione dei flussi commerciali.
Con una crescita economica robusta, la Fed rimane concentrata sull’inflazione e sulla debolezza del mercato del lavoro. Le tariffe rappresentano un rischio, ma finora non hanno provocato lo shock inflazionistico temuto, nonostante Trump continui ad annunciare nuove misure, come oggi su medicinali, mobili e camion. Inoltre, i tagli ai tassi, la debolezza del dollaro e le politiche sull’immigrazione restano fattori da considerare nell’evoluzione dei prezzi.
Ieri, Donald Trump ha dichiarato che i tagli dei tassi della Fed dovrebbero rappresentare lo scenario di base “anche con ottimi dati economici”, suggerendo che, sebbene la Fed possa quest’anno essere più cauta sull’inflazione, il prossimo anno potrebbe essere sostanzialmente diverso, con una nuova presidenza nominata da Trump e una politica accomodante, orientata a ridurre i costi del finanziamento del debito. Nel lungo periodo, dati economici forti negli Stati Uniti generalmente indicano un mercato azionario più solido.
Aspettative di mercato
Qualsiasi scostamento dalle attese avrà conseguenze sui mercati finanziari. Riteniamo che la chiave sarà principalmente la crescita mensile del core PCE. Un aumento dal 0,3% al 0,4% mensile potrebbe avere un impatto negativo sugli indici di Wall Street, in particolare sul settore tecnologico e sulle small-cap, con correzioni potenzialmente superiori all’1% in una sola giornata. Nel frattempo, oro e argento potrebbero continuare il trend rialzista di lungo periodo, e il dollaro potrebbe rafforzarsi ulteriormente, come avvenuto negli ultimi giorni. Oggi si osserva che l’EURUSD tenta di rimbalzare dopo il sell-off di ieri.

Sarà inoltre necessario prestare attenzione ai rendimenti obbligazionari. Aspettative di inflazione più elevate, che limitano la capacità della Fed di tagliare i tassi, potrebbero generare un aumento significativo dei rendimenti dei titoli di stato. Al contrario, se i dati del PCE dovessero risultare più deboli del previsto, ci si può aspettare un rimbalzo del mercato azionario, con il US500 potenzialmente in grado di superare il livello dei 6700 punti.

Fonte: xStation5
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