16:41 · 21 ottobre 2025

Gli Stati Uniti stanno copiando la Cina? Il governo acquisisce partecipazioni in Intel, MP Materials e altre aziende.

Punti chiave
Intel
Azioni
INTC.US, Intel Corp
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Mp Materials
Azioni
MP.US, Mp Materials Corp - class A
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Lithium Americas
Azioni
LAC.US, Lithium Americas Corp
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Trilogy Metals
Azioni
TMQ.US, Trilogy Metals Inc
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Punti chiave
  • Un cambiamento di politica storico: l’amministrazione Trump trasforma i sussidi in partecipazioni azionarie in aziende strategiche come Intel, MP Materials, Lithium Americas e Trilogy Metals.
  • Obiettivo: garantire la sovranità industriale e tecnologica americana controllando settori chiave come semiconduttori, terre rare, litio e acciaio.
  • Meccanismi: da una partecipazione del 10% in Intel a investimenti con warrant e “azioni d’oro” che concedono al governo diritti di veto o una proprietà parziale.
  • Rischi e sfide: bilanciare sicurezza nazionale, efficienza economica e fiducia degli investitori senza compromettere il modello di innovazione degli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno investito in diverse aziende considerate tra le più strategiche e importanti del paese, garantendo che possano produrre i propri semiconduttori, estrarre le proprie terre rare e produrre il proprio acciaio senza dipendere da terzi.

Quanto fatto dall’amministrazione Trump è stato trasformare programmi di sovvenzioni e prestiti in iniziative in cui, come parte del pacchetto di aiuti, il governo acquisisce una partecipazione azionaria. Storicamente, gli Stati Uniti hanno fatto qualcosa di simile durante i salvataggi finanziari, ma quando in passato il governo ha preso partecipazioni azionarie, ha sempre chiarito che l’obiettivo era mantenerle per il minor tempo possibile.

 

Un cambiamento politico
La politica di Trump rappresenta una svolta significativa rispetto alla posizione assunta negli ultimi anni dagli Stati Uniti, poiché inizierà a influenzare profitti aziendali e decisioni strategiche, sollevando interrogativi sulla fiducia del mercato nel Paese, una base fondamentale della fiducia globale degli investitori. I critici sostengono che gli Stati Uniti stiano ora emulando sistemi finanziari che hanno a lungo criticato, come la Cina — dove il 71% delle 500 maggiori aziende è di proprietà statale — o il Giappone, dove la banca centrale è il singolo azionista più grande di tutte le società quotate. Tuttavia, esistono differenze: in Cina, gran parte degli investimenti e del supporto alle aziende avviene a livello provinciale, sebbene il governo centrale fornisca anche sovvenzioni e programmi di R&S. Ogni provincia supporta aziende diverse, in particolare in settori come i veicoli elettrici. Questa strategia ha favorito un’elevata competitività distribuendo gli investimenti su più aziende invece che su poche.

I sostenitori di queste politiche affermano che si tratta di un modo per proteggere il futuro del Paese, garantendo che industrie chiave come semiconduttori, energia e acciaio rimangano sotto controllo statunitense — un fattore importante in un mondo in cui la Cina domina materiali fondamentali come le terre rare.

Tuttavia, ci sono anche rischi. Uno di questi è il crescente controllo statale sul settore privato, che potrebbe indirizzare risorse verso aziende politicamente favorite ma inefficienti, indebolendo la concorrenza e l’innovazione a lungo termine. Inoltre, diventando azionista, il governo si espone a decisioni aziendali che potrebbero generare conflitti politici o pressioni per interventi nella gestione. A livello globale, questo cambiamento potrebbe erodere la fiducia degli investitori internazionali nel modello di libero mercato degli Stati Uniti, lo stesso modello che per decenni è stato il punto di riferimento del capitalismo globale.

In quali aziende ha investito il governo statunitense?
Le aziende in cui il governo statunitense ha investito negli ultimi mesi appartengono a diversi settori, tra cui tecnologia e estrazione mineraria.

Intel (10%)
Gli ultimi anni non sono stati i migliori per Intel. Nel 2007, l’azienda decise di non produrre chip per l’iPhone, un errore strategico significativo. A metà anni 2000 scelse anche di non investire nella litografia EUV, tecnologia avanzata oggi utilizzata da TSMC per i chip più sofisticati. Negli ultimi due anni Intel ha cercato di recuperare terreno, ma permangono dubbi sull’effettiva capacità di successo dell’azienda.

L’investimento del governo statunitense in Intel fa parte di un programma ambizioso per ripristinare la capacità nazionale di produzione di semiconduttori avanzati. Nell’agosto 2025, l’amministrazione Trump ha negoziato un investimento azionario da 8,9 miliardi di dollari in Intel, corrispondente a una partecipazione del 10% al momento. L’investimento è finanziato tramite sovvenzioni precedentemente assegnate a Intel nell’ambito del CHIPS Act, mirate all’espansione e modernizzazione degli stabilimenti in Arizona, Ohio, Nuovo Messico e Oregon, destinati a produrre chip di nuova generazione per settori strategici come difesa, intelligenza artificiale e automotive. L’obiettivo è garantire la sovranità tecnologica degli Stati Uniti e ridurre la dipendenza dall’Asia, in particolare da Taiwan, assicurando catene di approvvigionamento stabili e mantenendo il primato nell’innovazione rispetto alla Cina.

MP Materials (15%)
MP Materials è al centro dello sforzo americano per ricostruire la catena di approvvigionamento nazionale delle terre rare, essenziali per motori elettrici, turbine eoliche e sistemi di difesa. Nel luglio 2025, il Dipartimento della Difesa ha investito 400 milioni di dollari in azioni privilegiate convertibili di MP Materials, insieme a ulteriori warrant, con un prezzo iniziale di conversione di 30,03 $ per azione, conferendo al governo una potenziale partecipazione del 15% una volta convertite. L’investimento è stato realizzato attraverso una combinazione di sovvenzioni, prestiti e acquisti strategici per ampliare la miniera di Mountain Pass in California — l’unica grande miniera di terre rare del Nord America — e costruire un impianto di lavorazione dei magneti in Texas, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina, che controlla oltre l’80% della raffinazione globale di terre rare.

Lithium Americas (10%)
Il progetto Thacker Pass, gestito da Lithium Americas in Nevada, ha ricevuto un forte sostegno dal governo statunitense nell’ambito della politica di transizione energetica. Il Dipartimento dell’Energia ha ristrutturato il prestito del progetto includendo warrant che concedono al governo una partecipazione economica del 5% in Lithium Americas e un ulteriore 5% nella joint venture con General Motors, a un prezzo nominale. Lo scopo principale è garantire una fornitura nazionale di litio, minerale critico per batterie di veicoli elettrici e accumulo energetico, riducendo la dipendenza da fornitori esteri, in particolare Cina e Sud America.

Trilogy Metals (10%)
Trilogy Metals è diventata un punto focale della politica statunitense sui minerali critici. Recentemente, l’azienda ha ricevuto un investimento governativo di 17,8 milioni di dollari per il progetto Ambler Access, un distretto minerario chiave in Alaska per rame, zinco e cobalto. La transazione è stata strutturata come azioni ordinarie più warrant, con l’obiettivo di raggiungere una partecipazione del 10% (più 7,5% tramite warrant) una volta soddisfatte le condizioni. L’investimento mira a rafforzare le forniture interne di metalli essenziali per elettrificazione, difesa e manifattura avanzata.

Nippon Steel (golden share)
In questo caso, la situazione è inversa: Nippon Steel ha proposto di acquisire U.S. Steel. Pur essendo un investimento estero, il governo statunitense è intervenuto tramite il CFIUS per supervisionare e condizionare l’operazione. La Casa Bianca ha approvato l’accordo prevedendo una “golden share” a favore del governo, controllata dal Dipartimento del Tesoro, senza diritti economici ma con potere di veto su decisioni rilevanti per la sicurezza nazionale, come la vendita di stabilimenti o il trasferimento di tecnologie sensibili. Questo meccanismo garantisce che la produzione strategica di acciaio rimanga sotto controllo nazionale.

Una nuova era di capitalismo strategico
Il Paese che per decenni ha riposto fiducia nel mercato ha ora deciso di rafforzare la propria base industriale con un ruolo più attivo dello Stato. Le partecipazioni in aziende come Intel o MP Materials sono descritte come una necessità strategica — un modo per proteggere settori critici in un contesto globale sempre più competitivo. La sfida sarà mantenere un equilibrio tra sicurezza nazionale, efficienza economica e fiducia degli investitori, senza compromettere ciò che ha da sempre reso l’economia statunitense un modello di innovazione e affidabilità.


 
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