Grafico del giorno: AUDJPY (24.09.2025)

10:52 24 settembre 2025

L’AUDJPY rimbalza in modo rialzista dello 0,7%, con lo yen che cede di più contro il dollaro australiano tra tutte le valute del G10. L’apprezzamento dinamico dell’AUDJPY è stato sostenuto dai dati favorevoli provenienti da entrambe le economie, in particolare dal rialzo dell’inflazione mensile in Australia, che limita le aspettative di ulteriori allentamenti monetari nel Paese.

 

L’AUDUSD rimbalza dal limite inferiore di un canale ascendente ben definito. I guadagni odierni cancellano la recente correzione che aveva allontanato la coppia dai massimi livelli raggiunti dall’inizio del 2025. Fonte: xStation5

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Cosa influenza oggi l’AUDJPY?
L’indice dei prezzi al consumo australiano è salito del 3,0% ad agosto su base annua, rispetto al 2,8% di luglio e leggermente sopra le previsioni. L’aumento è stato in parte dovuto a effetti base, ma evidenzia pressioni persistenti, in particolare nei servizi come ristoranti, cibo da asporto e servizi audiovisivi. L’inflazione core è stata mista: la media tagliata è scesa al 2,6%, mentre la misura che esclude gli elementi più volatili è salita al 3,4%. Anche i costi abitativi sono aumentati, suggerendo rischi al rialzo per l’inflazione del terzo trimestre dopo mesi di moderazione.

Dopo la sorpresa inflazionistica, i mercati hanno rapidamente rivisto le aspettative sui tassi, con le principali banche e istituzioni finanziarie che hanno abbandonato le previsioni di un taglio a novembre. Le probabilità di un intervento sono scese al 50% dal quasi 70% precedente, con gli investitori che ora si aspettano tassi fermi al 3,6% almeno fino a maggio 2026. Gli analisti indicano il mercato del lavoro come variabile chiave per la politica monetaria, anche se la sua volatilità rende meno probabile un taglio a breve termine. La RBA continua a considerare l’inflazione trimestrale il suo principale indicatore di riferimento.

Sul fronte dello yen, l’attività del settore privato in Giappone rallenta visibilmente, come indicato dai flash PMI di settembre. L’indice composito ha toccato il minimo in quattro mesi, con il settore manifatturiero in calo più del previsto, da 49,7 a 48,4, il livello più basso da marzo, a causa di un forte calo degli ordini e di esportazioni più deboli. L’espansione dei servizi ha parzialmente compensato la contrazione del manifatturiero grazie a una solida attività e vendite, riflettendo una forte domanda interna. Le pressioni sui costi sono rimaste, i prezzi di vendita sono aumentati e la crescita dell’occupazione è rallentata toccando il minimo di due anni.

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