EURUSD si riavvicina alla resistenza chiave in area 1,16 nonostante le ipotesi di una correzione nel mercato delle opzioni e i tassi d’interesse più alti negli Stati Uniti. Tuttavia, la Banca Centrale Europea (BCE) ha indicato che un euro forte non è motivo di preoccupazione, e i nuovi fattori geopolitici potrebbero favorire il proseguimento del sentiment rialzista sulla seconda valuta più scambiata al mondo.
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BCE e l’equilibrio dei rischi
L’escalation del conflitto in Medio Oriente sta costringendo la Banca Centrale Europea (BCE) a rivedere le proprie prospettive economiche. Dall’inizio dell’anno, i responsabili della politica monetaria dell’Eurozona si sono mostrati più preoccupati per la deflazione che per l’inflazione, scesa sotto l’obiettivo in alcune economie soprattutto a causa del calo dei prezzi energetici. Le attuali pressioni al rialzo sul petrolio e l’incertezza legata alle catene di approvvigionamento potrebbero sostenere prezzi energetici globali più elevati, rappresentando al contempo un rischio per la produzione industriale europea.
Alla luce di questi rischi emergenti, diversi membri della BCE invocano maggiore flessibilità. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha sottolineato oggi che, in uno scenario in così rapido mutamento, è imprudente abituarsi all’idea di aver "completato la missione" sull’inflazione. Nel frattempo, secondo Luis de Guindos, l’equilibrio dei rischi sull’inflazione nell’Eurozona resta sostanzialmente bilanciato, anche se nel medio termine le questioni legate ai dazi potrebbero pesare sia sulla crescita economica sia sull’inflazione. De Guindos ha inoltre affermato che un tasso di cambio intorno a 1,15 non rappresenta un problema per la politica monetaria e non si aspetta un forte apprezzamento dell’euro nel breve termine.
Nuovi fondamentali all’orizzonte
Lo spread tra i rendimenti dei titoli decennali tedeschi e statunitensi rimane stabile nonostante il recente rialzo dell’EUR/USD. Sebbene alcuni fattori monetari suggeriscano che l’euro sia sopravvalutato, un’analisi più attenta di altri fondamentali lascia spazio a un’ulteriore rivalutazione della seconda valuta più scambiata al mondo. Le recenti turbolenze geopolitiche hanno aumentato i flussi di capitale verso valute rifugio, con l’euro che ne beneficia grazie a un’inflazione sotto controllo, prospettive di ripresa economica e stabilità istituzionale.
Inoltre, il mercato potrebbe reagire in modo eccessivo a eventuali segnali dovish da parte di Jerome Powell in seguito alla decisione sui tassi di mercoledì. Anche se non è atteso alcun taglio, la Fed è sotto pressione per chiarire la propria posizione di fronte a un’inflazione inferiore alle attese e ai segnali contrastanti provenienti dal mercato del lavoro. Un dot plot relativamente dovish potrebbe dunque spingere nuovamente lo spread dei rendimenti a favore dell’EUR/USD.
Fonte: Team di ricerca di XTB
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