Grafico del giorno - Oil (04.03.2025)

09:22 4 marzo 2025

I prezzi del petrolio sono crollati al minimo degli ultimi tre mesi, con il Brent che è sceso a 71,26 dollari al barile mentre le pressioni di mercato si intensificano da più direzioni. Il benchmark è sceso di oltre il 10% da metà gennaio, con il WTI che scambia vicino ai 68 dollari, mentre diversi fattori chiave convergono per creare un sentiment ribassista.

OPEC+ sorprende i mercati con un aumento della produzione

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In una mossa inaspettata che ha fatto crollare il petrolio, l'OPEC+ ha annunciato che procederà con i piani di aumento della produzione di 138.000 barili al giorno a partire da aprile. Questo segna il primo di una serie di aumenti mensili che gradualmente ripristineranno un totale di 2,2 milioni di barili al giorno entro il 2026. Sebbene la coalizione abbia affermato che "questo aumento graduale potrebbe essere sospeso o annullato in base alle condizioni di mercato," la decisione ha sorpreso i trader che si aspettavano ampiamente un altro rinvio, dato che i livelli attuali dei prezzi sono troppo bassi per permettere a molti membri di coprire le spese governative.

I dazi di Trump scatenano la volatilità del mercato

L'attuazione di nuovi dazi da parte del presidente Trump ha aggiunto ulteriore pressione sui mercati petroliferi. A partire da martedì, l'amministrazione ha imposto dazi del 25% sulla maggior parte delle importazioni da Canada e Messico, con un'imposta del 10% sui prodotti energetici canadesi, inclusi il petrolio greggio. La Cina ha immediatamente risposto con misure di ritorsione contro i prodotti agricoli statunitensi, sollevando preoccupazioni su una possibile guerra commerciale più ampia che potrebbe ridurre la crescita economica globale e la domanda di petrolio.

Sovraccapacità di offerta in vista

Anche prima della decisione dell'OPEC+ di aumentare la produzione, l'Agenzia Internazionale dell'Energia aveva previsto un surplus globale di offerta di 450.000 barili al giorno quest'anno. Questo scenario di sovraccapacità persiste nonostante i precedenti tagli alla produzione della coalizione, poiché la crescente produzione da fonti non OPEC, inclusi Stati Uniti, Brasile, Canada e Guyana, continua a superare la crescita del consumo.

L'Arabia Saudita affronta pressioni finanziarie

A complicare ulteriormente la situazione, Saudi Aramco ha annunciato un significativo taglio al dividendo più grande al mondo, riducendo il pagamento totale previsto a circa 85 miliardi di dollari nel 2025, rispetto ai 124 miliardi di dollari dell'anno scorso. Questa riduzione riflette la pressione sulle finanze di Aramco, che sono passate da una posizione di cassa netta di 27 miliardi di dollari a un debito netto in poco più di un anno. Con il Brent che sta mediamente sotto i 77 dollari al barile quest'anno – ben lontano dai 90 dollari necessari per bilanciare il bilancio dell'Arabia Saudita – il regno si trova di fronte a decisioni fiscali difficili.

Prospettive di mercato

Gli analisti restano cauti sulle prospettive a breve termine del petrolio. Citigroup suggerisce che l'aumento della produzione dell'OPEC+ è "direttamente in linea" con la loro previsione di un calo del Brent a 60-65 dollari al barile nei prossimi 6-12 mesi. Warren Patterson di ING Groep ha osservato che il petrolio è "sotto pressione su due fronti" sia a causa dell'aumento dell'offerta OPEC+ che dei dazi statunitensi, con misure di ritorsione che probabilmente "offuscheranno ulteriormente le prospettive di crescita e domanda". I trader stanno monitorando da vicino gli sviluppi sia nella politica commerciale globale che nella disciplina dei produttori come fattori chiave per la direzione dei prezzi nei prossimi mesi.

PETROLIO (Intervallo D1)

Il petrolio sta attualmente testando nuovamente un forte supporto intorno ai 70,90 dollari, un livello che ha causato inversioni di tendenza da settembre dello scorso anno. Se questo supporto dovesse cedere, i ribassisti potrebbero mirare al minimo di settembre a 69,60 dollari. D'altra parte, i rialzisti dovranno affrontare una forte resistenza intorno ai 74,50 dollari. L'RSI mostra una divergenza ribassista con massimi più bassi, mentre il MACD continua ad allargarsi dopo una croce ribassista.

 

 

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