Il prezzo del petrolio scende del 3% in seguito ai progressi nei negoziati sul nucleare tra Iran e Stati Uniti. Dopo mesi di trattative, entrambe le parti hanno rilasciato dichiarazioni concrete che potrebbero aprire la strada a un aumento delle esportazioni di petrolio iraniano, finora limitate dalle sanzioni USA.
Dall’inizio dell’anno, i prezzi del greggio sono sotto pressione a causa della debole domanda, delle preoccupazioni per l’economia globale e della crescente produzione. La notizia odierna dei progressi tra le due potenze petrolifere ha ulteriormente indebolito il sentiment degli investitori.
Teheran ha dichiarato la propria disponibilità a rinunciare alle armi nucleari in cambio della rimozione delle sanzioni, mentre Donald Trump ha confermato “progressi significativi” nei colloqui, affermando che “entrambe le parti hanno sostanzialmente accettato i termini”.
Finora, gli Stati Uniti hanno sanzionato aziende iraniane che esportano petrolio verso la Cina. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha ribadito che “gli Stati Uniti continueranno a colpire le principali fonti di entrata dell’Iran finché il paese sosterrà il terrorismo”. La rimozione delle restrizioni darebbe all’Iran accesso ai mercati globali, aumentando l’eccesso di offerta già in crescita.
Dopo una settimana di rialzi, il tema dei negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti ha perso slancio. Gli investitori si stanno gradualmente allontanando dal recente ottimismo e dall’idea di un improvviso rimbalzo della domanda di petrolio, interrompendo così il recupero dei prezzi.
Fonte: xStation5.
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