La sessione odierna è stata nuovamente caratterizzata dal ritorno del rialzo del dollaro dopo una breve correzione, esercitando pressione sulle materie prime energetiche. I prezzi del greggio Brent e WTI sono in calo rispettivamente dello 0,5% e lo 0,6%. Il rally iniziale dovuto all’escalation delle tensioni nella regione del Mar Rosso non è stato sostenuto. Inoltre, anche l'attacco di ieri da parte delle forze israeliane contro il leader di Hamas Al-Arouri a Beirut non ha portato ad un aumento a causa del premio geopolitico. Il mercato sembra essere preoccupato per un panorama della domanda di petrolio più debole. Per ora, gli investitori non si aspettano che il conflitto in Medio Oriente si estenda, nonostante l’invio di un cacciatorpediniere iraniano nel Mar Rosso. Alle 21:40 GMT di oggi, verranno pubblicati i dati sulle scorte di petrolio secondo l'API, ma prima verranno pubblicati i dati macro, che potrebbero influenzare i prezzi.
Oggi, la volatilità del petrolio potrebbe aumentare intorno alle 15:00 GMT, quando il mercato apprenderà le prossime letture dell’ISM dell’industria statunitense e dei JOLTS, ed entrambi faranno più luce sull’attuale slancio dell’economia all’estero. Dati più deboli provenienti dall’economia statunitense potrebbero significare che la visione di un atterraggio morbido si sta leggermente ma lentamente allontanando, giustificando la recente svendita nel mercato petrolifero. Ieri i policy maker dell’OPEC+ hanno annunciato un incontro di monitoraggio previsto per febbraio e, sebbene non sia stato specificato l’argomento dell’incontro, il mercato ipotizza che potrebbe derivare dalla necessità di una risposta più rapida sotto forma di ulteriori tagli, dato lo slancio più debole nelle economie e minori consumi. Inoltre, i dati macro provenienti dalla Cina, il più grande consumatore di petrolio a livello globale, non ispirano ottimismo verso il 2024. Le ultime letture ufficiali hanno suggerito l’attività industriale più debole in sei mesi, indicatori più bassi per le importazioni e i PMI dei servizi sono risultati inferiori alle aspettative.
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Il petrolio ha iniziato il 2024 in calo e non è riuscito a superare un’importante resistenza alla media mobile a 200 sessioni, sul grafico D1 (linea rossa). I prezzi si stanno ora ritirando nell’area compresa tra 70 e 75 dollari al barile, dove storicamente abbiamo assistito a numerose reazioni e dove l’attività rialzista potrebbe aumentare. Tuttavia, sembra che dai livelli attuali, un supporto più ampio potrebbe provenire da un sorprendente miglioramento dei dati macro, principalmente dall’economia cinese, o da un inaspettato evento negativo di mercato che metterebbe in discussione l’offerta di greggio nella regione del Medio Oriente. Altrimenti, l’attività di acquisto potrebbe rivelarsi una correzione di un trend al ribasso. Nel caso di un lento indebolimento dei dati macroeconomici dell’economia globale, il petrolio potrebbe continuare a scendere, e un calo sotto i 70 dollari potrebbe innescare una considerevole liquidazione.
Fonte: xStation5
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