I futures sugli indici statunitensi, incluso il Nasdaq 100 (US100), hanno messo a segno un forte rimbalzo, guadagnando oltre il 7,5% dal 25 novembre. I principali fattori di sostegno includono una solida stagione degli utili del terzo trimestre, le aspettative di un cambiamento significativo nelle priorità di politica monetaria della Federal Reserve nel 2026 sotto una nuova guida—probabilmente Kevin Hassett, che dovrebbe favorire costi di finanziamento e di indebitamento più bassi—e la continua rivoluzione tecnologica legata all’intelligenza artificiale. Il rialzo del titolo Alphabet (GOOGL.US) ha quasi completamente compensato il calo di Nvidia, mentre la crescente competizione nei modelli linguistici, con Google Gemini attualmente al centro dell’attenzione, sta catturando l’interesse degli investitori.
Diverse banche, tra cui J.P. Morgan e Barclays, hanno di recente pubblicato previsioni positive per il 2026. I segnali provenienti dalle istituzioni statunitensi suggeriscono che il 2026 potrebbe continuare a essere dominato dai guadagni degli asset rischiosi. La divisione di gestione patrimoniale di Bank of America ha raccomandato un’esposizione del 2–4% alle criptovalute, in linea con le aspettative di un indebolimento del dollaro e di continui afflussi nei mercati azionari. Nel frattempo, i timori della primavera 2025 non si sono materializzati e l’inflazione statunitense non è aumentata nonostante i dazi più elevati. I prezzi più bassi del petrolio stanno inoltre sostenendo il momentum di mercato.
La crescita economica resta solida e i dati macro non indicano un aumento del rischio recessivo. L’ultima rilevazione delle richieste di sussidi di disoccupazione è stata pari a 216.000—uno dei livelli più bassi degli ultimi mesi. Inoltre, i dati ISM sui servizi pubblicati ieri hanno mostrato valori relativamente robusti, sebbene il report ADP abbia evidenziato un certo raffreddamento del mercato del lavoro USA. Per i mercati finanziari, tuttavia, questo non rappresenta un motivo per prendere profitto; anzi, proprio questa dinamica aumenta la probabilità che vengano prezzati tagli dei tassi più aggressivi da parte della Federal Reserve. Il prossimo taglio, atteso a dicembre, mostra ora una probabilità vicina al 90%.
US100 (intervallo D1)
Gli indici statunitensi registrano oggi un lieve calo di circa lo 0,1%, rimanendo tuttavia al di sopra delle due medie mobili chiave: EMA50 (arancione) ed EMA200 (rossa). L’indice potrebbe teoricamente consolidare tra 25.500 e 25.900 punti prima di definire la prossima direzione. In caso di rottura al rialzo, si aprirebbe la strada verso i massimi in area 26.400 punti. Una rottura al ribasso, invece, potrebbe riportare a un test dei 24.400 punti e segnalare un’inversione di trend più duratura. Tuttavia, le aspettative per il 2026 restano positive, elemento che potrebbe sostenere un possibile “rally di Babbo Natale” sul mercato statunitense.

Fonte: xStation5
ADP Disastrosi
Il petrolio smorza i dati dell'EIA 📈
EURUSD in ribasso dopo dati ISM leggermente migliori 🔎
Indice PMI dei servizi USA inferiore alle aspettative 📌
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