14:36 · 15 ottobre 2025

Il FMI alza le sue prospettive di crescita globale, supportate dal boom degli investimenti guidati dall'intelligenza artificiale 🔎

Punti chiave
Punti chiave
  • Crescita globale: il FMI prevede un +3,2% nel 2025 e un +3,1% nel 2026; l’inflazione resta persistente
  • Guerra commerciale: i dazi tra Stati Uniti e Cina potrebbero ridurre il PIL globale di circa 0,3 punti percentuali se le tensioni aumentassero
  • Prospettive regionali: revisioni al rialzo delle previsioni per Egitto, Nigeria e Africa sub-sahariana; il Regno Unito fatica a contenere l’alta inflazione

Pierre-Olivier Gourinchas, Direttore del Dipartimento di Ricerca del FMI, insieme a Petya Koeva Brooks (vicedirettrice) e Deniz Igan (capo divisione), ha presentato l’ultimo World Economic Outlook.

Il Fondo prevede una crescita del PIL globale del 3,2% nel 2025 e del 3,1% nel 2026, sottolineando che la disinflazione ha rallentato e le pressioni sui prezzi restano più persistenti del previsto. Gourinchas ha avvertito che lo shock dei dazi statunitensi continua a funzionare come fattore negativo di offerta, spingendo l’inflazione al rialzo e frenando la crescita. Tuttavia, l’impatto complessivo della guerra commerciale è stato minore rispetto a quanto inizialmente temuto, grazie alla limitata ritorsione e alla resilienza delle catene di approvvigionamento.

Le tensioni commerciali rimangono il principale rischio al ribasso. Lo scenario avverso del FMI suggerisce che un’ulteriore escalation potrebbe ridurre la produzione globale di circa 0,3 punti percentuali. Gourinchas ha anche evidenziato la frammentazione geopolitica e il boom degli investimenti in AI come dinamiche globali determinanti. Un dollaro più debole ha allentato le condizioni finanziarie e ridotto le pressioni inflazionistiche legate alle importazioni in molti mercati emergenti.

Prospettive regionali
Brooks ha sottolineato che la previsione di crescita dell’Egitto è stata rivista al rialzo, passando al 4,3% nel 2025 e al 4,5% nel 2026, accompagnata da un forte calo dell’inflazione dal picco registrato negli ultimi 40 mesi.

Igan ha osservato che le prospettive di crescita della Nigeria sono state alzate al 3,9% nel 2025 e al 4,2% nel 2026, sostenute da un sentiment migliorato, una produzione di materie prime più solida e limitati effetti dei dazi.

L’Africa sub-sahariana è stata rivista al rialzo al 4,1% nel 2025 e al 4,4% nel 2026, trainata dalla stabilizzazione e dal momentum delle riforme.

Il Regno Unito si distingue tra le economie del G7 con una crescita dell’1,3% sia nel 2025 sia nel 2026, sebbene l’inflazione resti elevata (3,4% nel 2025, in discesa verso il 2,5%), giustificando un percorso prudente di allentamento monetario da parte della Bank of England.

Per la Cina, il FMI ha evidenziato il ruolo crescente della domanda interna nel compensare la debolezza delle esportazioni, avvertendo però dei persistenti problemi nel settore immobiliare e dei crescenti squilibri esterni.

 

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