I futures su ICE Arabica Coffee (COFFEE) guadagnano quasi il 3% oggi, mentre il mercato prezza una disponibilità limitata. Il freddo e le gelate nelle principali aree di coltivazione potrebbero ridurre l’offerta di quest’anno, a causa dei cambiamenti climatici. Secondo McDougall Global View, non solo il raccolto del 2025, ma anche quello del 2026 potrebbe essere limitato a causa dello stress precoce durante la fioritura e di ulteriori ondate di freddo. Come si vede sul grafico, il caffè sta resistendo al canale ribassista dei prezzi, salendo al di sopra sia della EMA50 che della EMA200, dove il momentum potrebbe favorire i compratori.

Fonte: xStation5
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L’open interest è sceso di circa 16.000 contratti: questo indica che alcuni operatori si sono ritirati dal mercato, evidenziando un chiaro deflusso di capitale nell’ultima settimana.
Produttori/Merchant (hedger):
Fortemente net short, con circa 59,5k short contro 30,9k long.
Questo è un segnale classico: agricoltori ed esportatori stanno coprendo la produzione temendo prezzi più bassi in futuro.
Swap dealers (spesso banche, hedging strutturale):
Riduzione significativa delle posizioni, soprattutto short (-8,3k).
Ciò suggerisce che stanno scaricando rischio sul mercato e sono meno disposti a mantenere esposizione direttamente.
Managed money (fondi speculativi):
Ancora chiaramente long (34,6k long contro 10,3k short), ma hanno ridotto l’esposizione long (-3,2k).
Allo stesso tempo, hanno ridotto anche gli short, indicando una partecipazione complessiva in calo – meno aggressività su entrambe le parti del mercato.
Altri reportabili (CTA, fondi più piccoli):
Situazione mista: aumento di long (+721) e short (+1,95k), ma forte calo dell’attività di spreading (-6,4k).
Ciò indica meno arbitraggio e strategie neutrali, traducendosi in una riduzione della liquidità tecnica sul mercato.
Struttura di mercato (quota di OI)
I produttori detengono circa il 41% dell’open interest sul lato short e solo il 21% sul lato long – fondamentalmente, il mercato è fortemente coperto contro ribassi.
Il managed money rappresenta il 24% dei long contro solo il 7% dei short – gli speculatori rimangono net bullish, ma meno di una settimana fa.
I maggiori operatori (top 4–8 trader) controllano fino al 26% dei total shorts – un’elevata concentrazione che rende il mercato sensibile alle loro mosse.
Lo spostamento più significativo è che i produttori hanno aumentato gli short (+1,5k), mentre i fondi hanno ridotto i long (-3,2k). L’open interest è sceso complessivamente, segnalando chiusura di posizioni – probabilmente realizzo di profitti o riduzione del rischio.
Tono complessivo: leggermente meno entusiasmo dai fondi, maggiore pressione di hedging dai produttori.
Implicazioni operative
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Fondamentali: i produttori puntano su prezzi più bassi, lasciando un chiaro eccesso di offerta sul mercato.
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Speculatori: ancora long, ma con minore convinzione – i bulls sono meno fiduciosi e potrebbero ritirarsi sotto pressione dell’offerta.
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Concentrazione grandi trader: l’elevata esposizione short dei maggiori operatori aumenta il rischio di cali più marcati se i fondi continuano a ridurre i long.
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Breve termine: il mercato appare più debole, con spazio per correzioni al ribasso.
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Lungo termine: a meno che i fondamentali non migliorino (clima in Brasile, rese dei raccolti, costi logistici), la persistente pressione di hedging limiterà il potenziale rialzista del mercato.

Fonte: CoT, CFTC
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