- Gli indici di Wall Street hanno chiuso in ribasso ieri, con l’S&P 500 in calo dello 0,50% e il Nasdaq in flessione dello 0,5%. L’arretramento è stato guidato dai solidi dati economici statunitensi e dai successivi commenti restrittivi da parte dei banchieri centrali, che complessivamente hanno ridotto la probabilità di tagli dei tassi da parte della Fed.
- I dati statunitensi robusti includevano una revisione al rialzo della crescita del PIL del secondo trimestre, che si è attestata al 3,8% (rispetto a una stima preliminare del 3,3%). A ciò si sono aggiunti il basso numero di nuove richieste di sussidi di disoccupazione e i dati solidi sugli ordini di beni durevoli.
- L’oro ha mostrato una notevole resilienza contro il rafforzamento del dollaro e le ridotte aspettative di taglio dei tassi, riuscendo a registrare un guadagno dello 0,3% durante la seduta.
- L’EUR/USD è sceso sotto il livello chiave di 1,17, segnando probabilmente il primo calo settimanale dopo tre settimane consecutive di rialzi.
- Il presidente Trump ha annunciato un dazio del 100% sui farmaci di marca e brevettati, provocando un forte sell-off nelle società farmaceutiche e accrescendo le preoccupazioni a livello globale nel settore sanitario. Trump ha inoltre aumentato i dazi su camion e mobili.
- L’incertezza sui mercati è aggravata dal ritorno delle tensioni commerciali, dal rischio imminente di uno shutdown del governo USA (il Congresso ha tempo fino al 30 settembre per approvare il bilancio), dall’avvio della stagione degli utili e dall’ambiguità sul percorso futuro della Fed.
- La Casa Bianca ha incaricato le agenzie governative di prepararsi ai congedi forzati in vista dell’alta probabilità di una sospensione delle attività federali.
- Visioni contrastanti all’interno della Fed: Stephen Miran spinge per tagli più rapidi dei tassi; Michelle Bowman sostiene ulteriori riduzioni a causa dell’indebolimento del mercato del lavoro; mentre Austan Goolsbee mette in guardia dall’inflazione indotta dai dazi e non appoggia una serie di tagli rapidi.
- Il petrolio greggio è salito durante la sessione, sostenuto dall’incertezza persistente sulle possibili sanzioni contro la Russia e dalle restrizioni interne sul mercato dei carburanti russo. Dopo iniziali flessioni, il WTI è salito sopra i 65 dollari al barile, anche se oggi si osserva un lieve arretramento.
- L’attenzione di oggi è rivolta alla pubblicazione dei principali dati sul mercato del lavoro statunitense, prevista per le 14:30 CET.
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