Durante il secondo giorno della sua testimonianza, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha sottolineato un approccio prudente e basato sui dati alla politica monetaria, affermando che la Fed attende ulteriori sviluppi sull’inflazione core. Ha riconosciuto che il recente indebolimento del dollaro statunitense riflette una più ampia incertezza di mercato e ha osservato che l’impatto dei dazi sull’inflazione potrebbe essere sia superiore che inferiore alle attese. Powell ha avvertito che una valutazione errata di questo fattore potrebbe avere conseguenze a lungo termine, ma ha chiarito che la stagflazione non rappresenta il caso base della Fed, anche se rimane un rischio da monitorare.
Powell ha inoltre affrontato temi legati ai mercati finanziari e alla regolamentazione, affermando che il mercato obbligazionario sta funzionando senza intoppi e che presto potrebbero essere adottate misure relative a Basilea III e alla regola SLR. Ha ammesso che la politica fiscale può influenzare l’inflazione, ma ha ribadito che la Fed non considera i livelli del debito federale nelle decisioni di politica monetaria. Le domande del comitato del Senato erano fortemente orientate verso i tagli dei tassi, con i partecipanti che suggerivano ripetutamente che Powell sia l’unico in grado di ridurre l’alto costo degli interessi sul debito pubblico degli Stati Uniti. Powell è rimasto fermo nelle sue risposte.
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