Nvidia sta introducendo una funzionalità rivoluzionaria nei suoi chip Blackwell: un sistema di verifica della posizione che consente all’azienda di determinare in quale paese stanno operando i suoi processori e contribuisce a prevenire esportazioni illegali verso nazioni soggette a restrizioni.
La funzionalità è disponibile come aggiornamento software opzionale e utilizza telemetria della GPU e meccanismi di confidential computing, permettendo agli operatori dei data center di monitorare lo stato dei loro chip.
Questa soluzione è in linea con le crescenti aspettative dell’amministrazione statunitense, a seguito dei tentativi scoperti di contrabbandare chip H100 e H200 per un valore superiore a 160 milioni di dollari verso la Cina, in violazione delle restrizioni sulle esportazioni attualmente in vigore.

Dal punto di vista del mercato, la decisione di implementare la verifica della posizione appare logica e auspicabile. Aumenta la trasparenza nella distribuzione dell’hardware di fascia alta, rafforza la supervisione sulle esportazioni e riduce il rischio di movimenti incontrollati di processori avanzati. I mercati potrebbero considerarla un fattore di stabilizzazione per la supply chain e una misura in grado di limitare potenziali rischi regolatori.
Allo stesso tempo, paesi come la Cina hanno da tempo espresso obiezioni a tali meccanismi. Le autorità di Pechino sostengono che le funzionalità di monitoraggio potrebbero potenzialmente creare opportunità per istituzioni governative statunitensi di raccogliere dati e che elementi che consentono un controllo esterno dei dispositivi potrebbero, a loro avviso, essere integrati in profondità nel codice software. Queste affermazioni non trovano conferma, ma rimangono una costante nella narrativa cinese sulle tecnologie americane e influenzano la cautela dei regolatori e delle aziende locali. Questa tensione tra esigenze di sicurezza e sospetti geopolitici può influenzare le decisioni di acquisto e il livello di accettazione della tecnologia Nvidia nel mercato cinese.
Nel frattempo, l’amministrazione statunitense ha autorizzato Nvidia a vendere in Cina i chip H200 più datati, potenzialmente riaprendo l’accesso a uno dei mercati più grandi per le tecnologie AI e data center. Per NVDA ciò rappresenta un catalizzatore tangibile, che può rafforzare i ricavi nel breve e medio termine e ridurre parte delle pressioni geopolitiche che negli ultimi anni hanno pesato sulla valutazione dell’azienda. Nvidia ottiene così l’opportunità di riconquistare segmenti di mercato precedentemente persi a causa delle restrizioni alle esportazioni.
Tuttavia, la situazione è più complessa di quanto sembri. La Cina potrebbe non essere pienamente soddisfatta dell’accesso ai soli chip più datati e potrebbe limitare o bloccare del tutto l’acquisto dei prodotti più avanzati di Nvidia da parte delle aziende locali. Inoltre, l’introduzione stessa delle funzionalità di monitoraggio nei nuovi chip potrebbe generare ulteriori pressioni politiche da parte dei regolatori cinesi. Nel lungo periodo, la reazione del mercato cinese a queste nuove misure di sicurezza e all’accesso limitato ai chip di nuova generazione sarà un fattore cruciale per determinare il potenziale di vendita di Nvidia nella regione.

Di conseguenza, il mercato considera il nuovo sistema di verifica come un passo verso una maggiore stabilità e sicurezza nelle esportazioni di tecnologia avanzata, mentre alcuni paesi destinatari, in particolare la Cina, lo vedono come un potenziale strumento di controllo esterno. Questa crescente tensione tra esigenze regolatorie e sensibilità geopolitica crea un contesto che potrebbe influenzare le dinamiche future della domanda e le decisioni sull’impiego dei chip Nvidia nelle aree più sensibili del mercato.
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