I dati di ottobre relativi al mercato del lavoro australiano si sono rivelati molto più solidi del previsto, con il tasso di disoccupazione in calo al 4,3%, rispetto a una previsione del 4,4%. Ancora più significativo è l’aumento dell’occupazione: 42.200 nuovi posti di lavoro, circa il doppio rispetto alle stime medie.
La Reserve Bank of Australia auspicava segnali di rallentamento nel mercato del lavoro, che avrebbero potuto giustificare un taglio dei tassi d’interesse. Invece, il rapporto diffuso comunica un messaggio chiaro: il mercato del lavoro resta molto caldo e l’economia dispone di meno margine di manovra di quanto si sperasse.
La struttura della crescita occupazionale evidenzia una certa asimmetria: l’intero incremento proviene dai posti a tempo pieno (+55.300), mentre quelli temporanei sono diminuiti di 13.100 unità. Ciò suggerisce che i datori di lavoro continuano a investire in personale stabile, un segnale normalmente positivo. Tuttavia, nel contesto di una possibile politica monetaria più accomodante, questo potrebbe implicare che le pressioni salariali resteranno elevate più a lungo.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è rimasto stabile al 67%, mentre la disoccupazione in senso ampio è scesa al 5,7%.
Le implicazioni per la politica monetaria sono chiare: gli investitori hanno praticamente escluso la possibilità di ulteriori tagli dei tassi sia per quest’anno sia, in larga misura, per il prossimo.
Il dollaro australiano ha accelerato e attualmente viene scambiato sui livelli più alti rispetto al dollaro statunitense dalla fine di ottobre.
La coppia AUD/GBP sta inoltre superando con decisione le medie mobili esponenziali a 50 e 100 giorni, segnalando un trend rialzista dell’asset.
Tuttavia, è opportuno ricordare che oggi il dollaro statunitense sta perdendo terreno in modo significativo contro quasi tutte le valute, per cui non si può affermare con certezza che i movimenti attuali siano dovuti esclusivamente ai dati sul mercato del lavoro.
Fonte: Bloomberg Financial L.P.
Fonte: xStation
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