Gli indici azionari statunitensi hanno aperto oggi vicino ai massimi storici. L’entusiasmo degli investitori continua a essere sostenuto dall’allentamento delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e da un forte calo dei prezzi del petrolio. Al momento della pubblicazione, l’US500 segna un +0,25% a 6.150 punti, mentre l’US100 guadagna lo 0,45%, raggiungendo i 22.500 punti.
L’appetito per il rischio si riflette anche nel mercato delle criptovalute, con Bitcoin in rialzo dell’1,80% a 108.100 dollari. Nel frattempo, il calo dei prezzi dell’energia ha rafforzato le aspettative di un possibile anticipo dei tagli ai tassi da parte della Federal Reserve, sebbene il presidente Jerome Powell abbia ribadito un approccio prudente e basato sui dati prima di prendere qualsiasi decisione di politica monetaria.
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I rialzi più forti si registrano tra le Big Tech. L’ottimismo è invece più contenuto tra i titoli a bassa capitalizzazione, come mostra anche l’infografica allegata. Oggi l’indice US2000 è in calo dello 0,50%, confermando che è un numero relativamente ristretto di società a trainare il rally attuale.
US500
L’indice US500 sta testando oggi i massimi storici intorno ai 6.160 punti. Solo nelle ultime tre sedute, in seguito alla de-escalation del conflitto in Medio Oriente, l’indice ha guadagnato complessivamente il 3,26%.
Company News
Reddit (RDDT.US) è in rialzo di oltre il 5,20%, proseguendo il recente rimbalzo. Gli analisti di Jefferies e Morgan Stanley hanno espresso valutazioni positive riguardo all’aumento dell’engagement degli utenti e al potenziale di monetizzazione della piattaforma.

QXO Inc. (QXO.US) scende del 6,1% dopo l’annuncio di un’offerta di azioni da 2 miliardi di dollari, alimentando speculazioni su possibili acquisizioni nel settore dei materiali da costruzione.

FedEx (FDX.US) perde quasi il 5% dopo aver riportato utili inferiori alle attese, attribuendo la delusione a una debole dinamica globale e a pressioni sui margini.
General Mills (GIS.US) registra un calo di oltre il 4,6% dopo aver comunicato una diminuzione delle vendite organiche superiore alle previsioni, in particolare nel mercato nordamericano.
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